Eleonora Evi lascia i Verdi: «Partito patriarcale, non farò la donna marionetta»

Il dibattito sulla cultura patriarcale in Italia si allarga anche agli ambienti interni della politica, provocando un terremoto dentro Europa Verde. La co-portavoce Eleonora Evi ha infatti annunciato di essersi dimessa dal partito, accusandolo di essere vittima di una cultura «paternalista» se non «patriarcale», e di una «deriva autoritaria e autarchica». Dal 2020 Evi era alla guida del partito insieme ad Angelo Bonelli, ma le tensioni tra i due erano in atto da tempo e adesso, dice la deputata, «a fare la donna marionetta non ci sto più».

Evi: «Mi rinfacciavano lo scranno in parlamento quando esprimevo opinioni non allineate»

Nella dura lettera scritta a la Repubblica con la quale la deputata ha annunciato di aver lasciato Europa Verde, Evi accusa implicitamente il collega Bonelli: «Non serve l’ennesimo partito personale e patriarcale». I verdi sono storicamente un partito vicino ai movimenti femministi e a quelli ambientalisti, tanto da essere stata la ragione per la quale Evi nel 2020 decise di lasciare il M5s dopo sette anni per proseguire la sua carriera in Europa Verde, partito con il quale è stata eletta deputata nel 2022 grazie alla coalizione Alleanza verdi sinistra. Una candidatura che Eleonora Evi accusa esserle stata rinfacciata in seguito dal partito: «Quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della direzione nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della “famiglia verde” che mi aveva accolta e offerto uno scranno in parlamento», racconta Evi nella lettera. Una dinamica interna che ha spinto la deputata a ritenere il proprio ruolo nel partito come una «carica di facciata», ed è per questo che non intende «continuare a ricoprire il ruolo di co-portavoce femminile».

Eleonora Evi lascia i Verdi: «Partito patriarcale, non farà la donna marionetta»
Il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni insieme ai leader di Europa Verde Eleonora Evi e Angelo Bonelli (Imagoeconomica).

La rottura Bonelli-Evi era nell’aria da tempo

La frattura nel mondo di Europa Verde è aperta da diversi mesi. Reduce del suo passato nel Movimento 5 stelle, Eleonora Evi  è sempre stata affascinata dall’idea di avvicinare Avs ai pentastellati, scontrandosi però con le resistenze di Angelo Bonelli e Sinistra Italia. Così, forse con l’idea di replicare il modello dei dem, a luglio Evi chiedeva che il partito si aprisse maggiormente all’esterno tramite le primarie aperte. Iniziativa che Bonelli accolse a condizione che fossero svolte prima delle elezioni europee del 2024 e che la partecipazione fosse permessa solo ai tesserati di Ev. Un tema che torna anche nella lettera con cui la deputata ha annunciato le sue dimissioni, dove Evi parla di resistenze del partito riguardanti il «sollecitare la partecipazione attiva, sperimentare forme di presenza sui territori alternative all’adesione fideistica al partito, e che puntassero piuttosto al coinvolgimento di individui e comunità in un percorso di crescita condivisa». Una visione movimentista evidentemente maldigerita dal partito.

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