Ecoansia, aumentano le ricerche su Google in tutta Europa

La crisi climatica preoccupa sempre più persone in tutto il mondo. Sono in costante aumento le ricerche online, soprattutto su Google, legate all’ecoansia, ossia la profonda sensazione di disagio e angoscia per possibili disastri ambientali come alluvioni, siccità e incendi. È quanto sostiene uno studio della Bbc 100 Women, disponibile integralmente sulla rivista Sustainability, che ha monitorato i trend sul motore di ricerca su scala globale. Nei primi 10 mesi del 2023, i dati hanno rivelato un numero di ricerche 27 volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2017, indicando un interesse sempre maggiore da parte della popolazione. In crescita non solo domande legate ad ansia e depressione, ma anche potenziali risposte e soluzioni alternative.

Crescono le ricerche in Europa su Google per l'ecoansia, disagio e paura della crisi climatica. Soprattutto fra le donne. Lo studio.
Il disastro in Toscana dopo le alluvioni di novembre (Getty Images).

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Ecoansia, dal futuro alle soluzioni: le domande più frequenti

I dati di Google Trends hanno consentito agli esperti non solo di misurare il volume delle ricerche, ma di identificare le tendenze nei vari luoghi del pianeta. Si è scoperto dunque che l’ecoansia è particolarmente presente fra i giovani dei paesi nel Nord Europa. L’intera Scandinavia, dalla Svezia alla Finlandia passando per Danimarca e Norvegia, costituisce infatti da sola il 40 per cento del totale. Cile, Filippine e Sudafrica, contrariamente, hanno fatto registrare i numeri più bassi. Nello stesso periodo, lo studio della Bbc 100 Women ha sottolineato un picco di interesse per la crisi climatica non solo in lingua inglese, ma anche in altri idiomi del pianeta. Le ricerche su Google in portoghese sono aumentate di 73 volte rispetto al 2017, quelle in cinese di otto volte e mezza. In crescita anche le domande legate all’ecoansia nel mondo arabo, dove si registra il 20 per cento in più.

Crescono le ricerche in Europa su Google per l'ecoansia, disagio e paura della crisi climatica. Soprattutto fra le donne. Lo studio.
Disagi al concerto di Taylor Swift in Brasile per il caldo torrido (Getty Images).

Quali sono però le domande più frequenti su Google per chi soffre di ecoansia? «Analizzando tutti i dati, è evidente che la gente cerca di comprendere il problema», ha spiegato alla Bbc un portavoce dello studio. «Tuttavia, dimostrano un interesse anche ad agire per migliorare le cose». Fra i quesiti in tendenza infatti spicca «Come risolvere il cambiamento climatico?» oppure «Quali sono i maggiori rischi legati alla crisi del clima?». I dati di Google testimoniano il 120 per cento in più delle domande legate al futuro, numeri simili a quelle su come adattarsi al nostro pianeta nei prossimi anni. La popolazione si è anche interrogata sui gas serra, dalla composizione a come limitarli, cercando anche possibili azioni in termini di sostenibilità (+ 40 per cento).

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L’ansia da crisi climatica riguarda soprattutto le donne

Come sottolinea lo studio su Sustainability, «le donne sono più predisposte degli uomini all’ecoansia». Fra i soggetti femminili intervistati infatti gli esperti hanno riscontrato maggiori livelli di preoccupazione legata a emozioni negative sulla crisi climatica. Contrariamente, la percentuale maschile si è rivelata più ottimista e fiduciosa nell’operato dei governi mondiali. La ricerca, condotta nel 2021 su 10 mila persone di età fra 16 e 25 anni, ha ricalcato quanto già aveva affermato una precedente analisi dell’European Social Survey di due anni prima. Anche in quel caso, le donne avevano mostrato più angoscia e timore rispetto agli uomini sugli effetti del cambiamento climatico. «Sono fisiologicamente vulnerabili, in quanto alte temperature possono avere effetti sulla gravidanza», ha detto Susan Clayton, autrice della ricerca della Bbc 100 Women. «La crisi climatica potrebbe presentare danni difficili da affrontare».

Crescono le ricerche in Europa su Google per l'ecoansia, disagio e paura della crisi climatica. Soprattutto fra le donne. Lo studio.
La devastazione di Maui dopo gli incendi di agosto (Getty Images).

Pesano anche la disuguaglianza di genere e le violenze sessuali. «Dopo eventi estremi, si riscontrano molte più aggressioni domestiche», ha proseguito la dottoressa Clayton. «Le sfollate sono poi a rischio stupri o tratte degli schiavi». Altri studi, infine, hanno dimostrato che le ragazze che affrontano disastri ambientali nei Paesi poveri si sposano prima per aiutare la famiglia in difficoltà economica. «Quando inondazioni e siccità minacciano l’agricoltura, i genitori preferiscono dare in moglie la figlia a un uomo per avere meno bocche da sfamare», ha concluso la ricercatrice.

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