È morto Evaristo Fusar, il fotografo dei grandi del cinema

È morto nella notte tra domenica  20 e lunedì 21 agosto, all’età di 89 anni, Evaristo Fusar, tra i protagonisti del fotogiornalismo italiano. Nato a Milano nel 1934, viveva in Lomellina, a Ottobiano. Conseguito il diploma magistrale, Fusar si appassionò di fotografia e iniziò l’attività di fotoreporter nel 1953 all’agenzia Interpix realizzando reportage come freelance da tutta Europa e risiedendo anche a Parigi, Londra e Madrid.

Fusar: fotografo per i più importanti giornali

Alla fine degli anni Cinquanta fu assunto da L’Europeo, dove rimase fino al 1967 come inviato, documentando grandi avvenimenti, in particolare del mondo dello spettacolo e della musica. Fu sul set di Luchino Visconti nel Gattopardo, di Antonioni nel Deserto Rosso e con Fellini, Germi e Monicelli.  Nel 1967 il passaggio alla Domenica del Corriere, l’illustrato del Corriere delle Sera, per cui fotografò i luoghi e avvenimenti da tutto il mondo. Pubblicò immagini di grandi personaggi americani come John Ford, Rita Hayworth, Groucho Marx e Clint Eastwood, superando le cento copertine. Nel 1986 il cambio alla redazione di Capital per tre anni, tornando poi libero professionista.

Nel 1974 venne nominato cavaliere della Repubblica

Nominato cavaliere della Repubblica nel 1974, nel 1978 gli è stata conferita anche la grande Medaglia d’oro di Benemerenza della Città di Milano. Nell’aprile 1964 Fusar aveva esposto alla galleria Gianferrari mentre nel 1978 è stato il primo fotografo italiano al quale la Permanente ha dedicato una personale. Dal 1986 è stato presente in gallerie italiane con una mostra itinerante sulla Francia degli anni Sessanta e nel 1988 espose alla galleria d’Arte Cafiso di Milano i suoi Fusarbolli. Nel dicembre 1994 fu alla galleria Il Diaframma Kodak Cultura con la personale dedicata ai cent’anni del cinema e nel 2006 alla mostra I maestri della Fotografia al Guggenheim di Venezia.

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