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Danimarca, due partiti conservatori vogliono un referendum sul divieto di bruciare il Corano
Due partiti conservatori danesi stanno cercando di indire un referendum per votare sulla proposta di legge del governo di centrosinistra che vieterebbe il rogo del Corano e in generale dei testi sacri. «La libertà di parola e il diritto di criticare le religioni è un principio fondamentale per il nostro modo di vivere assieme», ha dichiarato Pernille Vermund del partito conservatore La Nuova Destra, citata dal quotidiano Berlingske.

Per indire un referendum servono 60 parlamentari a favore: i due partiti ne hanno però in tutto 10
La formazione politica di Vermund, insieme con il Partito Popolare Danese (apertamente contro l’immigrazione, specialmente da Paesi musulmani, considerati culturalmente incompatibili con la società) spera di coinvolgere i cittadini per bloccare la proposta, che nel Paese sta facendo discutere molto. In Danimarca per indire un referendum sono necessari 60 parlamentari a favore, ma i due partiti contano in tutto appena 10 seggi: per raggiungere il loro scopo di indire la consultazione popolare dovranno fare affidamento sul sostegno di parlamentari di altre formazioni politiche.

Danimarca e Svezia stanno pensando a una legge per impedire la distruzione di testi sacri
La proposta di legge contro la distruzione dei testi sacri in Danimarca è una conseguenza delle durissime reazioni del mondo islamico (dall’Iraq alla Turchia, fino all’Arabia Saudita, al Marocco e all’Iran) dopo il rogo di copie del Corano nel corso di alcune proteste in Scandinavia. I gesti di questo genere si stanno moltiplicando in Danimarca, dove sempre più persone stanno mostrando insofferenza nei confronti dell’immigrazione incontrollata, in particolare dai Paesi musulmani. Una simile proposta di cambio legge è stata avanzata anche in Svezia. Stoccolma e Copenaghen concordano: l’ordine pubblico e i rapporti diplomatici sono più importanti della libertà di espressione. I partiti principali della Norvegia hanno invece dichiarato che non hanno alcuna intenzione di proporre di cambiare le leggi vigenti in merito.