Covid e la variante Eris: maggiore capacità di infettare i polmoni

Secondo una ricerca pubblicata sulla piattaforma bioRxiv, Eris, la variante del Covid che negli ultimi tempi è tra le più diffuse nel mondo, sembra avere una maggiore capacità di infettare i polmoni. Lo studio, condotto dall’università di Tokyo, è stato condotto con esperimenti su criceti. Una condizione che potrebbe portare, in alcuni pazienti, a manifestazioni più severe di Covid-19. Occorre specificare che si tratta di un’ipotesi ancora in fase di conferma.

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I sintomi simili a Omicron

In attesa dei dati definitivi su Eris, i medici riferiscono di sintomi per lo più lievi o comuni del Covid, simili a quelli della precedente sottovariante Omicron. I disturbi colpiscono principalmente le vie respiratorie superiori, come mal di gola, tosse secca, congestione e naso che cola, mal di testa, voce rauca, dolori muscolari e articolari. Con l’aumento dei contagi e i dati sulle varianti, è tornata al centtro l’attenzione sull’importanza della vaccinazione con l’Ema che nei giorni scorsi ha dato il primo via libera al vaccino aggiornato a XBB.1.5 di Pfizer e BioNTech

Atteso per ottobre il vaccino

Il vaccino atteso per ottobre, secondo le aziende produttrici, protegge dalle varianti XBB, compresa Eris che discende da XBB.1.9.2., e sarà raccomandato alle persone anziane e con elevata fragilità, alle donne in gravidanza e agli operatori sanitari. Da qualche settimana, è stato registrato un aumento di nuovi casi di Covid, anche a causa della dissufsione di Eris. Prima è avvenuto in Estremo Oriente, soprattutto in Corea del Sud, e ora anche in Europa con un più 39 per cento rispetto a un mese fa. In Italia sono più 28,1 per cento i casi positivi, più 47,7 per cento i decessi e più 1,3 per cento il tasso di positività ai tamponi.

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