Cos’è la minimum tax e cosa prevede il progetto Ocse

Mercoledì 11 ottobre l’Ocse ha pubblicato una bozza di accordo che punta a ripartire in modo più equo tra gli Stati gli introiti fiscali provenienti dalle grandi multinazionali, in particolare, dai colossi del web. La cosiddetta “convenzione multilaterale” non è ancora aperta alla firma degli Stati. Alcuni Paesi come l’India, il Brasile e la Colombia nutrono ancora delle riserve su alcuni punti. «C’è un ampio consenso sull’architettura generale» del testo, dichiara alla stampa Manal Corwin, direttrice Ocse per la politica fiscale e l’amministrazione. L’obiettivo è che l’accordo venga firmato entro fine 2023, e include: l’attribuzione di una parte dei profitti delle multinazionali alle giurisdizioni in cui si trovano i consumatori, una minimum tax del 15 per cento sulle imprese multinazionali, il rafforzamento della trasparenza fiscale.

La minimum tax mira a contrastare lo spostamento dei profitti delle multinazionali nei paradisi fiscali

Dal 2017, l’Ocse coordina su richiesta del G20 i negoziati internazionali per limitare le pratiche di evasione fiscale delle multinazionali e introdurre un sistema di ripartizione più equo degli introiti fiscali tra Stati membri. La minimum tax che si vuole introdurre è un’imposta minima che si applica alle grandi multinazionali, indipendentemente dal luogo in cui queste hanno la propria sede legale o dove generano i propri profitti. L’obiettivo è quello di garantire che queste imprese paghino un’aliquota d’imposta minima, indipendentemente dal Paese in cui operano. La bozza di accordo pubblicata dall’Ocse prevede che l’aliquota minima sia del 15 per cento. Questa aliquota si applicherà alle grandi multinazionali che hanno un fatturato annuo di almeno 750 milioni di euro. La minimum tax è una misura importante per contrastare l’evasione fiscale e la concorrenza fiscale tra i Paesi. In particolare, questa misura dovrebbe aiutare a ridurre la pratica delle multinazionali di spostare i propri profitti in Paesi con aliquote d’imposta più basse. Inoltre, aiuterebbe ad aumentare le entrate fiscali per gli Stati, che potranno utilizzare queste risorse per finanziare servizi pubblici e infrastrutture. In Italia, la bozza di accordo dell’Ocse è stata approvata dal parlamento con la legge di bilancio 2023, e l’aliquota del 15 per cento si applicherà a partire dal 2024. Secondo una stima realizzata dal Centro Studi Confindustria, l’Italia potrebbe recuperare circa 3,5 miliardi di euro all’anno grazie alla minimum tax. Questa cifra si basa sull’ipotesi che l’aliquota minima si applichi a 3.000 imprese multinazionali che operano in Italia.

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