Contro I potenti al tempo di Giorgia continua la censura di Meloni

Proibire una cosa equivale a moltiplicarne l’interesse. Una elementare regola psicologica che il marketing ha fatto propria, ma che il governo evidentemente non conosce. Così l’anatema di Giorgia Meloni contro I potenti al tempo di Giorgia, il libro di Luigi Bisignani e Paolo Madron (direttore di Lettera43) che racconta l’irresistibile ascesa della premier dalla sezione missina della Garbatella a Palazzo Chigi, e con lei di un intero gruppo di camerati amici ora diventati classe dirigente, ha fatto del volume edito da Chiarelettere un caso.

Anche Guido Crosetto cede alle pressioni di Meloni e non si presenterà a Capalbio libri

Se ne parlerà la sera del 2 agosto a Capalbio Libri, in un incontro che si annuncia molto affollato, cui avrebbe dovuto partecipare Guido Crosetto che invece, su pressioni di Meloni, ha dato forfait. A sostituirlo ci sarà Eugenio Giani, e la presentazione è stata spostata alle 22 per dare modo al presidente della Regione Toscana di conciliare la sua presenza con i precedenti impegni. Come previsto dal programma iniziale il direttore del Tirreno Luciano Tancredi modererà l’incontro. E la reiterata ostilità di Meloni al libro sarà sicuramente uno degli argomenti oggetto del dibattito.

Contro I potenti al tempo di Giorgia continua la censura di Meloni
L’articolo de Il Fatto quotidiano.

 

Il precedente di Piantedosi ad Avellino

Dopo il no di Crosetto, il quotidiano livornese ha pubblicato martedì 1 agosto una lettera dei due autori in cui si ripercorreva la storia dei continui atti di censura che hanno costellato il cammino del libro fin dalla sua uscita il 30 maggio. Ma anche altri giornali hanno dato spazio a una vicenda dai contorni inquietanti. Raramente s’era visto un presidente del Consiglio fare pressione sui suoi ministri tanto da indurli a recedere da incontri già da tempo programmati. Un copione già visto quello della località toscana. Prima del titolare della Difesa, infatti, stessa sorte era toccata al suo collega Matteo Piantedosi. Il ministro degli Interni, alla vigilia della presentazione del libro al Circolo della Stampa di Avellino prevista per il 21 luglio, aveva dato buca agli organizzatori tanto da costringerli a cancellare l’appuntamento.

Contro I potenti al tempo di Giorgia continua la censura di Meloni
L’articolo uscito su Il Tirreno.

E intanto ci si interroga su cosa nel libro abbia infastidito la premier

Ora nei palazzi romani, dove al suo debutto I potenti al tempo di Giorgia era parso un libro critico verso alcuni ministri del governo ma non verso la sua presidente, ci si interroga su che cosa abbia scatenato il fastidio di Meloni tanto da esporsi così pesantemente per proibire ai suoi di parlarne. Due le interpretazioni che prevalgono: la paura della premier per la possibile enfatizzazione dalla notizia sulle intercettazioni non autorizzate dei Servizi segreti (400 utenze attenzionate), che avevano subito indotto Matteo Renzi a chiedere spiegazioni al sottosegretario Alfredo Mantovano che ha la delega sugli 007 e al presidente del Copasir, il comitato che sovrintende al loro lavoro. Un tema per altro su cui sta ancora indagando la Procura di Roma, che si era mossa proprio su una denuncia contro anonimi presentata dallo stesso Crosetto. L’altra interpretazione è che a Meloni, che forse avrebbe gradito una agiografia, non sia piaciuto che i due autori abbiano svelato episodi che riguardano personaggi del suo entourage familiare: la sorella Arianna, il cognato Francesco Lollobrigida e il compagno Andrea Giambruno, di cui si racconta della mirabolante carriera in Mediaset con notizie e retroscena inediti. La stessa Mediaset che, a pochi giorni dall’uscita del libro, aveva cancellato all’ultimo momento e senza alcuna spiegazione le due partecipazioni previste di Bisignani a Quarta Repubblica di Nicola Porro e a Stasera Italia di Barbara Palombelli. La vicenda, al di là degli scontati silenzi di chi ha subito il diktat di Meloni, ha creato non pochi imbarazzi dentro la stessa maggioranza. Una brutta pagina di censura proprio nel momento in cui il governo cerca di mostrare all’esterno un’immagine di sé più liberale e tollerante, lontana da nostalgie autoritarie che pure erano parte importante della sua ideologia. Ma evidentemente, come ha scritto il New York Times in occasione della vista Oltreoceano di Meloni, sul tema la strada da percorrere è ancora molto lunga.

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