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Come la Polonia sta cavalcando la guerra in Ucraina
Alla Polonia il conflitto in Ucraina sembra fare bene. Il primo ministro Mateusz Morawiecki la scorsa settimana ha lanciato l’allarme perché apparentemente un centinaio di contractor del gruppo Wagner si sarebbero avvicinati al confine dalla Bielorussia verso il corridoio di Suvalki come se stesse per scoppiare la Terza Guerra mondiale. Tutto fa brodo per tirare acqua al proprio mulino. Giovedì 2 agosto invece Varsavia ha accusato Minsk di aver violato con due elicotteri lo spazio aereo polacco. Poco importa se il pugno di lanzichenecchi agli ordini di Prigozhin si trovi davvero lì, se abbia voglia di fare scorribande tra la frontiera lituano-polacca e se da tempo comunque Varsavia stia rafforzando il confine e aumentando i propri contingenti di uomini e mezzi con il sostegno della Nato. Il pericolo che qualche wagnerita metta in soggezione il fianco est dell’Alleanza è pari a zero; così come il rischio che Suvalki sia il presunto tallone d’Achille, in particolare dopo l’ingresso nell’Alleanza Atlantica della Finlandia e prossimamente della Svezia: chi è tagliato fuori non sono i Baltici, ma la Russia a Kaliningrad.
Varsavia è capofila del gruppo più belligerante della nuova Europa
La Polonia fa il suo gioco. È il primo alleato europeo a fianco dell’Ucraina, guida la coalizione più belligerante della nuova Europa con Estonia, Lettonia e Lituania al traino, dietro la regia della Regno Unito, gruppo che vorrebbe la guerra totale con Mosca anche a costo del rischio nucleare. Approfitta dei nuovi equilibri acquisendo un’enorme importanza economica e trasformandosi in una testa di ponte tra est e ovest, grazie al ruolo che l’Ue, sempre più filo Usa e nonostante i deficit interni, le ha implicitamente assegnato per ridisegnare l’Europa dopo la guerra in Ucraina. Vero, la Polonia ha i suoi problemi con lo stato di diritto e con la linea dura sull’aborto che sta dividendo l’opinione pubblica. Resta poi la questione dei rifugiati e le prossime elezioni parlamentari in autunno saranno l’ennesimo banco di prova per il discusso governo conservatore. Ma se si sposta la prospettiva a livello europeo e internazionale, il Paese assume un altro peso. Peso cresciuto dopo l’avvio del conflitto.
Nel 2022 gli investimenti esteri sono cresciuto del 23 per cento toccando il record di 42 miliardi di euro
L’economia polacca sta crescendo. Solo nel 2022, stando ai dati dell’European Investment Monitor, gli investimenti diretti esteri sono aumentati del 23 per cento, raggiungendo secondo la Banca nazionale polacca la cifra record 42 miliardi di euro. Con la Russia praticamente isolata ed esclusa sul lato occidentale, Varsavia ha accresciuto il proprio appeal come luogo di investimento, approfittando della vicinanza della Germania e offrendo alti tassi di produttività, basso costo del lavoro, manodopera qualificata e infrastrutture ben sviluppate. Se già dopo la crisi di Minsk nel 2020 la Polonia aveva accolto molti bielorussi, l’invasione russa dell’Ucraina del 2022 ha catapultato nel Paese oltre un milione di rifugiati che hanno avuto subito accesso al mercato del lavoro e al sistema sociale: facile l’integrazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Molte società ucraine inoltre hanno scelto la Polonia come punto di accesso verso il mercato europeo. Il programma Poland Business Harbour, partito dopo la repressione in Bielorussia per accogliere gli esperti di It e facilitare l’insediamento di specialisti, start-up e piccole e medie imprese è stato esteso a varie repubbliche ex sovietiche, dall’Ucraina alla Georgia e all’Armenia. L’economia polacca dovrebbe crescere quest’anno solo dello 0,4 per cento, ma visto il resto d’Europa, con la vicina Germania che fatica a scacciare le ombre della recessione, è tutto grasso che cola.
La grandeur militare sognata dal ministro della Difesa Blaszczak
E poi c’è il fattore militare, con l’appoggio degli Usa e l’ambizione di costituire in un paio d’anni il più grande esercito in Europa, almeno stando alle dichiarazioni del ministro della Difesa Mariusz Blaszczak che vorrebbe disarcionare la Germania come alleato principale sul continente. Obiettivo più che ambizioso, al momento forse non realistico, ma che fa parte della grande campagna di comunicazione con cui Varsavia sta inondando l’Occidente, esattamente come i 100 della Wagner che potrebbero travestirsi da guardie di confine, ha detto Morawiecki, e insidiare presto la Capitale polacca.