Cina, nubifragio su Pechino: almeno 11 morti e 25 dispersi

È di almeno 11 morti e 27 dispersi il bilancio delle vittime delle forti piogge che hanno colpito Pechino. La tempesta Doksuri, un ex super tifone, ha colpito la Cina verso nord da venerdì 28 luglio, entrando dalla provincia meridionale del Fujian dopo aver falcidiato le Filippine. Elicotteri militari sono stati dispiegati per consegnare rifornimenti ai passeggeri dei treni bloccati dopo che i temporali hanno messo in ginocchio la capitale.

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Nubifragio su Pechino (Getty Images)

Lanciata missione di salvataggio con lanci aerei

Sabato 29 luglio le forti piogge hanno iniziato a colpire la città e le aree circostanti, con quasi la media delle precipitazioni dell’intero mese di luglio scaricate su Pechino in sole 40 ore. Martedì primo agosto l’emittente statale Cctv ha aggiornato il bilancio complessivo delle vittime nella capitale cinese riferendo che «le forti piogge hanno ucciso almeno 11 persone, mentre 27 risultano disperse». Un’unità militare di 26 soldati e quattro elicotteri, inoltre, sempre il primo agosto ha lanciato una «missione di salvataggio con lanci aerei» per consegnare centinaia di pacchi alimentari e coperte alle persone bloccate dentro e intorno a una stazione ferroviaria nel distretto di Mentougou.

Cina, nubifragio su Pechino: almeno 11 morti e 25 dispersi
Alberi caduti a causa del nubifragio a Pechino (Getty Images)

Xi Jinping: «Bisogna fare ogni sforzo per salvare i dispersi»

I media statali hanno riportato che il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto alle autorità locali di fare «ogni sforzo» per salvare le persone «disperse e intrappolate», dopo le forti piogge che hanno colpito le zone settentrionali del Paese. «Xi Jinping ha chiesto a tutte le località di fare ogni sforzo per cercare di salvare le persone disperse e intrappolate», ha riferito l’emittente statale Cctv, aggiungendo che le autorità locali delle zone colpite «devono fare un buon lavoro nel curare i feriti e confortare le famiglie delle vittime, oltre a ridurre al minimo il numero della vittime».

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