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Chi sono i co-cospiratori di Donald Trump, incriminato per l’assalto al Congresso
Dopo le accuse per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels e le carte segrete a Mar-a-Lago, Donald Trump è stato incriminato da un gran giurì federale per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Quattro i capi di imputazione: cospirazione per frodare gli Stati Uniti, associazione a delinquere per ostacolare un procedimento ufficiale, ostacolo e tentativo di ostacolare un procedimento ufficiale, cospirazione contro i diritti. Reati molto gravi per i quali Trump, che punta al ritorno alla Casa Bianca nel 2024, si sarebbe avvalso di sei collaboratori. Nel documento di accusa di 45 pagine, il procuratore speciale Jack Smith non fa nomi, indicando però il ruolo specifico dei co-cospiratori, perlopiù avvocati. I media Usa, come scrive la Cnn, hanno ricostruito la loro identità, tranne un caso. Tra essi figura ad esempio Rudolph Giuliani, all’epoca legale di Trump.
Lo staff di Giuliani smentisce, parlando in ogni caso di «buona fede»
L’accusa cita un messaggio vocale inviato dal “co-cospiratore 1” a un «senatore degli Stati Uniti» il 6 gennaio 2021. Giuliani, ex sindaco di New York e all’epoca dei fatti avvocato personale di Trump, quel giorno mandò in effetti un messaggio a Tommy Tuberville, membro del Partito Repubblicano e senatore dell’Alabama, come sottolinea la Cnn. Lo staff di “Rudy” ha smentito, parlando in ogni caso di «buona fede».
Il co-cospiratore 2 è John Eastman, anche lui all’epoca avvocato Trump
Il “co-cospiratore 2”, scrive l’accusa, «ha fatto circolare un memorandum di due pagine» relativo a un piano che avrebbe permesso al vicepresidente Mike Pence di ribaltare l’esito delle elezioni del 2020 e consegnare a Trump la presidenza. L’esistenza di tale promemoria è cosa nota, così come il suo autore: John Eastman, anche lui all’epoca avvocato di The Donald. Charles Burnham, legale di Eastman, ha affermato che l’accusa «si basa su una presentazione fuorviante del documento» e che il suo cliente rifiuterebbe di patteggiare, se gli venisse offerta la possibilità.
C’è anche una co-cospiratrice, Sidney Powell: fece causa al governatore della Georgia
Il “co-cospiratore 3” è una donna: l’avvocata Sidney Powell, che ha lavorato nello staff legale di Trump. Come si legge nel documento, «ha intentato una causa contro il governatore della Georgia» il 25 novembre 2020 per «massicce frodi elettorali», procedimento poi «archiviato il 7 dicembre 2020». Date e azioni riconducono a Sidney Powell, che dopo le elezioni perse da Trump contro Biden intentò causa contro il governatore della Georgia Brian Kemp. Nel documento viene ricordato che Trump ha «discusso con i suoi consiglieri, riconoscendo la mancanza di fatti a sostegno di tale tesi».
Jeffrey Clark, il co-conspiratore 4: è un ex funzionario del Dipartimento di Giustizia
L’accusa identifica poi il “co-cospiratore 4” come «un funzionario del Dipartimento di Giustizia», che ha tentato di confutare l’esito delle urne e che per questo ha ricevuto un email di reprimenda da un collega. Tutto porta a Jeffrey Clark, che era già stato citato in giudizio in merito agli attacchi al Congresso e al suo coinvolgimento per sostenere il ripristino dell’incarico di Trump, abusando del suo ruolo all’interno del Dipartimento.
Il profilo del co-cospiratore 5 coincide con quello dell’avvocato trumpista Kenneth Chesebro
Gli atti della pubblica accusa descrivono il co-cospiratore 5” come «un avvocato che ha aiutato ad architettare e tentare di attuare il piano» per presentare false liste di grandi elettori dopo le elezioni presidenziali. E che ha inviato un’email a Giuliani sul falso complotto elettorale. Il profilo coincide con quello di Kenneth Chesebro, di cui è già noto il coinvolgimento nei tentativi della campagna elettorale di Trump di contestare l’esito del voto presidenziale nel Wisconsin. Il documento fa infatti riferimento a tre memorandum che delineavano una possibile strategia legale tesa a sostituire i grandi elettori, scritti proprio da Chesebro.
Non è invece chiara l’identità del sesto co-cospiratore, un «consulente politico»
L’identità della sesta persona coinvolta non è invece ancora chiara. L’accusa afferma che il “co-cospiratore 6” è un «consulente politico che ha contribuito a realizzare un piano per presentare liste fraudolente di elettori presidenziali, al fine di ostacolare il procedimento di certificazione». Smith collega questa persona alle accuse di brogli in Pennsylvania di cui Trump aveva parlato a lungo dopo essere stato battuto da Biden.