Category Archives: Cronaca

In fiamme l’auto di Vincenzo Spinelli, commissario dei circoli di FdI nel Cosentino

Un incendio, sulla cui natura sono in corso accertamenti, ha distrutto l’auto di Vincenzo Spinelli, imprenditore e attuale commissario dei circoli di Fratelli d’Italia dell’Alto Tirreno Cosentino. Il fatto è avvenuto nella notte di domenica 13 novembre 2023 in piazza Castel Rugiero, nel centro storico di Belvedere Marittimo dove la vettura era parcheggiata, ma si è appreso solo mercoledì 15 novembre.

Vincenzo Spinelli, commissario circoli FdI nel Cosentino
Vincenzo Spinelli, commissario circoli FdI nel Cosentino (Facebook).

Spinelli non ha certezze sulla natura del rogo della sua auto

Spinelli, che in passato è stato amministratore comunale di Belvedere Marittimo, ricoprendo anche la carica di vicesindaco e assessore, ha dichiarato di «non avere certezze sulla natura del rogo. Non ho ancora ricevuto copia dei verbali redatti quella notte dai vigili del fuoco intervenuti per lo spegnimento dell’incendio». L’esponente di FdI ha inoltre riferito di essere rimasto stupito di quanto accaduto e di non ritenere di avere motivi di pensare a un gesto volontario a suo danno da mettere in relazione sia alla sua figura imprenditoriale che al suo ruolo politico.

Le indagini non escludono il dolo

Sulla base di quanto finora emerso non c’è una ipotesi che prevale sull’altra. Chi indaga su quanto avvenuto sta considerando elementi relativi alla presenza o meno di inneschi, possibili anomalie tecniche del veicolo, senza comunque scartare al momento l’ipotesi dolosa, considerato anche il periodo turbolento che l’intero territorio sta vivendo sul fronte della criminalità organizzata.

Nisida, detenuti del carcere minorile incendiano cella e picchiano agenti: quattro feriti

Prima hanno dato fuoco alla cella e poi hanno atteso l’arrivo degli agenti per aggredirli con calci e pugni. La notte tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre 2023 è stata vera follia nel carcere minorile partenopeo di Nisida, dove quattro poliziotti della Penitenziaria sono stati costretti a ricorrere alle cure dei sanitari. Per tutti la prognosi è di 15 giorni.

I sindacati: «Troppi detenuti stranieri, togliere i benefici di legge»

Uno degli agenti ha perso un dente, un altro ha diversi punti di sutura alla testa e altri due sono rimasti intossicati dal fumo. In una nota congiunta i sindacati Uspp, Uil P.P. e Sinappe tornano a evidenziare che «sono troppi i detenuti stranieri provenienti dal Nord Italia che stanno mandando in tilt il sistema penale minorile campano dove il ripetersi di eventi critici sta minando anche la riabilitazione degli altri detenuti minorenni presenti». Per i tre sindacati è giunto il momento «di togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danno dei colleghi a cui va la nostra solidarietà».

I trapper Baby Gang e Simba condannati a Milano

Sono stati condannati rispettivamente a sei anni e quattro mesi e cinque anni e due mesi i trapper Mohamed Lamine Saida, detto Simba La Rue, e Zaccaria Mouhib, detto Baby Gang, nel processo milanese con rito abbreviato con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi. Lo ha deciso la settima penale di Milano che ha condannato anche altri sei giovani della loro crew a pene fino a cinque anni e otto mesi.

Per Simba un’altra condanna

Un episodio simile risale a marzo del 2022, quando il gruppo del trapper affrontò una gang rivale che faceva capo a Baby Touché con calci, pugni e un coltello in via Settala, a Milano. Due persone finirono al pronto soccorso. La condanna è stata di quattro anni per Simba La Rue e altre cinque condanne fra gli otto mesi e i tre anni e otto mesi.

Morto nello scontro tra furgone e bus, vittima è 82enne nuorese

Si chiamava Sebastiano Chessa ed aveva 82 anni l’autista del furgone Fiat Strada morto questa notte sulla strada statale 196 al chilometro 13,900 all’altezza di Villasor, nel Medio Campidano. Il suo mezzo si è scontrato, per cause ancora da accertare, contro un autobus di trasporto pubblico extraurbano dell’Arst, l’azienda regionale trasporti, dopo avere invaso la corsia.

L’anziano è morto sul colpo

L’anziano, originario di Desulo (Nuoro), è morto sul colpo, mentre il conducente della corriera, Vlastimil Vojacek, 48 anni, nato in Croazia, è rimasto ferito ed è stato trasferito al pronto soccorso del Policlinico di Monserrato per lievi traumi. I sei passeggeri del bus di linea, tra i 18 e 27 anni, sono rimasti illesi e sono stati trasportati a destinazione a bordo di un altro pullman Ars, mentre la strada è rimasta interrotta per circa tre ore. La salma dell’82enne è già stata restituita ai familiari. I rilievi sono stati effettuati dai carabinieri di Serramanna e Villasor con il nucleo operativo di Sanluri.

Strage di Samarate, Alessandro Maja ricorre contro la condanna all’ergastolo

I legali di Alessandro Maja hanno impugnato la condanna in primo grado all’ergastolo del geometra che nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2022 uccise a martellate la moglie Stefania Pivetta, 57 anni, e la figlia Giulia, 16 anni, e ferì gravemente il figlio maggiore Nicolò, nell’abitazione di famiglia a Samarate, in provincia di Varese.

I legali invocano la parziale infermità di Alessandro Maja

Così come riportato dal quotidiano La Prealpina, gli avvocati Gino Colombo e Laura Pozzoli tornano ad invocare la parziale infermità del loro assistito, così come già avvenuto nel corso del processo in primo grado. Anche in quel frangente i difensori descrissero Maja come semi incapace di intendere e volere al momento degli omicidi. Nel ricorso in Appello si parla di condizione psichica delirante, tanto Maja era convinto di essere coinvolto in problemi di lavoro che gli avrebbero creato difficoltà economiche. Una condizione che, secondo quanto accertato, non si è mai verificata.

Incidente sul lavoro a Treviso, morta ragazza di 26 anni schiacciata da un macchinario

Una ragazza di 26 anni e origini albanesi, Grishaj Anila, è morta in un incidente sul lavoro mentre stava svolgendo le proprie mansioni all’interno dell’azienda di surgelati Bocon srl di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Stando a quanto riportato dai testimoni, la giovane, che era anche vice direttrice dell’azienda, stava operando su un nuovo macchinario dell’imballaggio e, per cause ancora tutte da accertare, è stata colpita alla testa dal macchinario, con l’impatto che le ha schiacciato le vertebre cervicali.

È rimasta incastrata in un macchinario della ditta

Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, con le forze dell’ordine chiamate a chiarire quanto avvenuto. Nella nota diffusa dai carabinieri si legge che Grishaj Anila è rimasta «incastrata, all’altezza del capo, in un macchinario della ditta», ma non sono stati forniti ulteriori approfondimenti sulla dinamica dell’incidente sul lavoro e, sopratutto, sulle sue cause. Subito dopo la tragedia, sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco e il personale Spisal, Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro.

Oltre 550 vittime sul lavoro da inizio 2023

Quanto avvenuto a Treviso ricorda la vicenda di Luana D’Orazio, operaia di soli 22 anni morta stritolata in un orditoio nel 2021 mentre lavorava in un’azienda di Prato. In quel caso, le successive indagini avevano evidenziato che il macchinario era stato modificato per farlo funzionare in maniera più veloce ed automatica. Non serve, purtroppo, andare così indietro nel tempo per trovare altre vittime sul lavoro. Nella stessa giornata dell’incidente di Treviso, c’è infatti da registrare anche la morte di un altro operaio di 59 anni, colpito un da un escavatore all’interno di un cantiere nel polo chimico di Ravenna. Sempre in quelle ore, anche due feriti sul lavoro, uno a Sedigliano, in provincia di Udine, dove un operaio è stato schiacciato da un mezzo pesante, e un altro a in Trentino, con un tecnico manutentore delle caldaie che è rimasto coinvolto in un’esplosione ustionandosi braccia e volto. Solo nel 2023, infine, sono state ben 559 le vittime sul lavoro in Italia, di cui 430 in occasione di lavoro (+4,4 per cento rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere, (- 17,8 per cento rispetto a luglio 2022).

Giulia Cecchettin scomparsa, l’appello dei familiari: «Filippo, hai una responsabilità, tornate»

Continuano le ricerche di Giulia Cecchettin e dell’ex fidanzato Filippo Turetta, scomparsi da Marghera da sabato 11 novembre. Le ultime tracce risalgono a lunedì notte, quando la Fiat punto sulla quale viaggiavano sabato è stata intercettata, in uscita o in entrata, da un varco elettronico targsystem in una zona dell’alta provincia di Belluno. Lo ha confermato il criminologo Edoardo Genovese che sta assistendo in queste ore le famiglie dei due ragazzi, che nel frattempo hanno lanciato a Turetta il proprio appello.

Gli appelli della madre di Turetta e della zia di Cecchettin

«Volevo fare un appello a mio figlio perché si faccia sentire, ci dia notizie di lui e Giulia, siamo preoccupati e vorremo che ci contattasse. Qualsiasi cosa sia successo noi lo aspettiamo, gli vogliamo bene e vogliamo che ritornino, vi prego tornate». Con queste parole la madre di Filippo Turetta si è rivolta al figlio. All’appello dei genitori si è aggiunto anche quello della zia materna di Cecchettin, Elisa Camerotto: «Filippo, hai una responsabilità nei confronti di Giulia, fermati, chiama i tuoi genitori o chiedi aiuto a qualcuno, non ti preoccupare. Giulia è una ragazza delicata, l’aspettiamo a casa, aspettiamo a casa Giulia e te, e anche i tuoi genitori ti aspettano».

Tizzola di Villa Minozzo, è nato Axel: è il primo bambino dopo 30 anni

Il 6 novembre 2023, all’ospedale di Reggio Emilia, è nato Axel. Il piccolo è già diventato famoso perché è il primo bambino che nasce dopo 30 anni a Tizzola di Villa Minozzo, un borgo sull’Appennino reggiano. Appena usciti dall’ospedale, mamma Simona e papà Thomas l’hanno portato a casa, tra le montagne. Ora gli abitanti del piccolo paese sono saliti da 25 a 26, anche se per la maggior parte anziani.

Axel e l’omaggio ai Guns N’ Roses

Il nome è stato fortemente voluto dalla mamma, la quale è una grande fan dei Guns N’ Roses e ha voluto fare un omaggio al leader della band Axl Rose. Tuttavia, è stato papà Thomas a condividere la gioia della sua nascita sui social aggiungendo una frase a nome del piccolo: «Da oggi sono qui tra voi!». Appresa la notizia della sua nascita dal nastro azzurro appeso all’angolo della piazza, gli abitanti del paesino si sono messi in fila davanti alla casa dei genitori, aspettando a turno per fare la conoscenza del nuovo arrivato nella valle silenziosa dell’Appennino reggiano.

La scelta di vivere in montagna: «Non ci muoveremo mai più da qui»

Simona Albertini, 41 anni, è originaria dell’Appennino reggiano, mentre Thomas Richeldi proviene dalla provincia di Modena. Nonostante abbiano vissuto e lavorato a Reggio Emilia, sentivano una profonda connessione con l’Appennino, motivo per cui sette anni fa, cedendo al richiamo irresistibile della montagna, hanno deciso di abbandonare la città e trasferirsi definitivamente a Tizzola, il paese d’origine di Simona. Quest’ultima ha detto: «Sono nata e cresciuta a Tizzola, ho lavorato per 14 anni a Reggio Emilia e sette anni fa con mio marito abbiamo deciso di lasciare la città e tornare a vivere sull’Appennino. Adesso poi con l’arrivo di Axel non ci muoveremo mai più da qui».

Caserta, neonata morta in culla: arrestati i genitori

I genitori della piccola Aurora, morta due mesi fa nella sua culla a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio e maltrattamenti. A riferirlo è Repubblica Napoli, che ha ripercorso la vicenda spiegando che la bambina, di quasi due mesi, è deceduta il 2 settembre scorso. A fare scattare l’inchiesta sono stati i primi rilievi sul corpo della vittima, su cui sono state riscontrate ustioni ed ecchimosi. Da lì l’avvio dell’inchiesta.

L’arresto dopo alcune conversazioni tra i due

Dopo aver disposto l’autopsia sulla salma, i carabinieri hanno sequestrato i cellulari dei due coniugi. Da alcune conversazioni emerse tra i due si è arrivati all’arresto. Il padre, 26 anni, è stato portato al carcere di Santa Maria Capua Vetere. La madre, 19enne, è invece a Pozzuoli. A dare l’allarme il 2 settembre è stata la donna, che stava accudendo gli altri due bambini insieme all’uomo, prima di trovare il corpo senza vita di Aurora nella culla. Gli altri due figli, di due e quattro anni, sono stati affidati a una comunità già da settimane, su decisione della procura dei minori.

Ciclista morto sulla Casilina a Roma dopo l’impatto con un autocarro

Un ciclista di 58 anni di origini rumene è morto a seguito di un incidente su via Casilina a Roma che, oltre al mezzo a due ruote, ha coinvolto anche un autocarro. Lo scontro si è verificato in zona Villa De Sanctis, all’altezza dell’incrocio tra la Casilina e via dei Gordiani, intorno alle 9.00 del 14 novembre. In base a quanto fin qui reso noto sul sinistro, il ciclista sarebbe morto sul colpo, con il personale medico intervenuto che avrebbe potuto soltanto accertarne il decesso.

L’emergenza sicurezza strade a Roma

Sul posto, oltre al personale sanitario, è intervenuta anche la polizia locale del V gruppo Prenestino che ha effettuato tutti i rilievi necessari ad accertare la dinamica dell’incidente. Per alcune ore il traffico sul tratto di strada tra viale della Primavera e via dei Gordiani è stato chiuso. Spetta ora alle forze dell’ordine il compito di ricostruire cosa abbia causato l’incidente mortale. Quanto avvenuto su via Casilina, purtroppo, segue un trend molto negativo che interessa Roma e le sue strade. Secondo il Focus 2022 dell’Istat sull’incidentalità stradale, il Lazio è stata la Regione con le strade meno sicure e più pericolose d’Italia. Lo scorso anno, infatti, le vittime di incidenti stradali sono state nel territorio ben 339. Quest’anno, nella sola Roma e provincia, si contano già 170 decessi avvenuti su strade urbane ed extraurbane.

Maltempo in Toscana, resta codice giallo per vento e mareggiate fino al 15 novembre

La Protezione civile ha esteso alla mattina del 15 novembre l’avviso meteo di codice giallo in Toscana. Sono attesi vento e mareggiate e l’allerta interessa il mare a Nord dell’isola d’Elba e la costa pisano-livornese, fino alle ore 10 di mercoledì.

Previste piogge e raffiche di Libeccio

Prorogata anche l’allerta per vento per i crinali appenninici di Romagna toscana, bacino del Reno e Valtiberina, fino alle 8, sempre di mercoledì. Martedì 14 sono possibili deboli piogge sulle zone centro-settentrionali, in particolare in prossimità dei rilievi. Raffiche di Libeccio fino a 60-80 km/h sono attese sull’arcipelago a Nord dell’Elba, fino a 70-100 km/h sui crinali appenninici. Possibili raffiche fino a 50-60 km/h anche sul litorale livornese. Moto ondoso in aumento, fino ad agitato, al largo. Mercoledì residue pioviggini fino alla prima parte del mattino sulle aree settentrionali. In mattinata raffiche di Libeccio fino a 60-80 km/h sull’arcipelago a Nord dell’Elba e fino a 70-100 km/h sui crinali appenninici e sottovento.

Saman Abbas, chiusa l’istruttoria: venerdì 17 novembre parla il padre Shabbar

Nell’udienza di venerdì 17 novembre 2023 Shabbar, padre di Saman Abbas, «vuole rendere dichiarazioni». Lo hanno anticipato i suoi difensori, gli avvocati Simone Servillo e Enrico Della Capanna, alla Corte di assise di Reggio Emilia. «Oggi non è pronto», hanno specificato i legali.

Conclusa l’istruttoria dibattimentale

La presidente della Corte, Cristina Beretti, ha dunque dichiarato conclusa l’istruttoria dibattimentale e venerdì, oltre alle parole dell’imputato, è prevista la requisitoria dell’accusa. Nel processo, oltre a Shabbar, sono imputati anche lo zio di Saman, Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq e la madre Nazia Shaheen, latitante. La Corte di assise di Reggio Emilia ha anche comunicato che non accoglierà la produzione dell’audio registrato dall’agente della polizia penitenziaria del 25 ottobre 2022 dove si sentono parlare lo stesso poliziotto, Danish Hasnain, e un altro detenuto. La procura aveva spiegato che si trattava di un elemento utile a valutare la volontà dell’imputato di «fornire un apporto collaborativo», già «in tempo risalente».

Blitz antidroga vicino a Roma: 30 misure cautelari

È di 30 misure cautelari il bilancio della maxi operazione antidroga effettuata alle prime ore di martedì 14 novembre 2023 dalla polizia e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di armi da fuoco, trasferimento fraudolento di valori e auto riciclaggio.

Due sodalizi criminili operavano tra Pomezia e Nettuno

Impegnati nell’operazione scattata all’alba gli agenti della Squadra Mobile di Roma, che hanno operato con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Mobile, del Reparto volo della Polizia e con l’ausilio delle Squadre mobili di Latina, Benevento e Ravenna, per un totale di circa 300 operatori. Decisive per le indagini, avviate dalla Squadra Mobile tra il 2019 e il 2020 e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia capitolina, anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. È stata documentata l’esistenza di due distinti sodalizi criminali, che operavano nella zona sud della Capitale con ramificazioni sul basso litorale tra i comuni di Pomezia e Nettuno, in concorrenza fra loro per il predominio del monopolio del mercato della droga in quei territori. Uno dei sodalizi avrebbe anche messo in atto una spedizione punitiva nei confronti di uno spacciatore del gruppo rivale. Scattato anche il sequestro preventivo di una villa con piscina e di tre società nel settore delle scommesse sportive.

Boccone di traverso, 17enne salva la madre con la manovra di Heimlich

Ha salvato la vita alla madre praticandole la “manovra di Heimlich“. È accaduto a Cesena, dove un 17enne è prontamente intervenuto quando ha visto la madre soffocare a causa di un boccone di carne andatole di traverso durante il pranzo. A raccontare i fatti è stato Il Resto del Carlino. La donna ha spiegato al quotidiano di aver fatto in tempo a ingerire un sorso d’acqua (cosa da non fare, spiegano i medici, perché l’ostruzione viene spinta ancora più in basso) e pochi secondi dopo ha perso conoscenza. Vano è stato l’intervento del marito con alcuni colpi sulla schiena. A questo punto è intervenuto il ragazzo, che ha praticato la manovra che porta il nome del medico statunitense che l’ha codificata.

La mamma: «Ha frequentato corsi di primo soccorso»

Consiste, in particolare, nell’esercitare delle rapide e profonde pressioni sulla zona addominale, fra sterno e ombelico, dirette verso l’alto per comprimere il diaframma. Una manovra che provoca un violento colpo di tosse tale da espellere l’ostruzione. La mamma ha poi raccontato: «Perché mio figlio è stato così bravo? Perché ha frequentato corsi di primo soccorso in uno stabilimento balneare e a scuola. Abbiamo deciso, io e mio marito, di dare notizia dell’accaduto perché simili corsi dovrebbero essere estesi al massimo». Anni prima era stata la donna a praticare la stessa manovra al figlio che stava soffocando per un boccone di traverso. «Quando mi sono ripresa mio figlio mi ha spiegato l’accaduto dicendo “adesso siamo pari mamma” e ci siamo dati un cinque», ha chiosato la signora.

Stresa, incendio nella casa della sindaca: accertamenti in ospedale per lei e il marito

Nel tardo pomeriggio di lunedì 13 novembre 2023 un incendio ha interessato l’abitazione dove la sindaca di Stresa (Verbano-Cusio-Ossola), Marcella Severino, vive con il marito. I due sono stati portati al pronto soccorso per accertamenti. Vi sarebbero lievi ustioni e un principio di intossicazione da fumi. L’abitazione, situata nella frazione di Vedasco, sulla strada che sale a Gignese, ha riportato danni ingenti su una superficie di circa 80 metri quadrati. La copertura, interessata dalle fiamme, risulta danneggiata. Sul posto quattro squadre dei vigili del fuoco: una da Verbania, con il supporto dell’autobotte per spegnere le fiamme, e tre da Stresa, Omegna e Gravellona Toce. Sono state necessarie quattro ore di lavoro per mettere in sicurezza l’area. Sono intervenuti anche la polizia locale e i carabinieri.

Sequestrati 20 mila vestiti contraffatti con il logo Nasa

Oltre 20 mila capi di abbigliamento recanti i loghi della Nasa sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Verbania al termine delle indagini condotte dalla procura di Trani. Erano stati prodotti e commercializzati senza le necessarie autorizzazioni. L’operazione ha portato al sequestro di 21.264 capi contraffatti, per adulti e bambini, per un valore complessivo di circa 380 mila euro.

La società non aveva l’approvazione per la riproduzione del logo

Il legale rappresentante e il direttore commerciale della società produttrice, basata in Puglia nella provincia di Barletta-Andria-Trani, sono stati deferiti per i reati di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi e per introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. La procura ipotizza anche il reato di frode nell’esercizio del commercio, poiché l’azienda produttrice avrebbe tratto in inganno la catena distributiva circa la liceità dell’utilizzo dei loghi. L’indagine era partita da un controllo in un grande magazzino nel Verbano, dove erano stati sequestrati 151 capi non conformi alle norme di legge prodotti in Puglia. La società in questione aveva un’autorizzazione preliminare all’utilizzo dei loghi, ma non aveva poi effettuato il minuzioso processo di approvazione di modifiche apportate per riprodurli su felpe e altri indumenti.

Spara a un gatto perché cammina su cemento fresco, denunciato

Si è giustificato con i carabinieri forestali di Gualdo Tadino sostenendo di avere ucciso un gatto, sparandogli, con il fatto che l’animale aveva camminato su una gettata di cemento fresca appena realizzata nella sua proprietà, danneggiandola, un uomo ora deferito all’autorità giudiziaria. Uccisione di animale ed esplosioni pericolose i reati contestati.

Gatto colpito da numerosi pallini di arma da fuoco

In base alla ricostruzione fornita dai carabinieri il gatto è stato ucciso all’interno di un centro abitato ed è stato poi ritrovato morto, colpito da numerosi pallini di arma da fuoco, in un’area incolta in una frazione gualdese. La proprietaria dell’animale ha quindi formalizzato una denuncia contro ignoti. I militari sono riusciti a risalire a presunto autore dell’uccisione. Dai riscontri è emerso che il gatto era stato ferito mortalmente – riferiscono sempre gli investigatori – da un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata. I militari hanno anche proceduto ai sensi del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza al ritiro cautelare delle tre armi da fuoco e delle oltre 500 cartucce detenute dal presunto autore del fatto, tutto regolarmente denunciato.

I Nas scoprono escrementi di topo e blatte nelle mense scolastiche

I carabinieri del comando per la tutela della salute, Nas, con l’inizio dell’anno scolastico hanno effettuato una serie di controlli nelle mense scolastiche scoprendo, in alcuni casi, delle condizioni igieniche davvero precarie. Sarebbero state nello specifico rinvenute tracce di escrementi di topo nelle cucine e blatte nei frigoriferi, oltre che cibi scaduti in diverse aziende che offrono servizi di ristorazione e catering negli istituti scolastici.

Topi e blatte nelle mense

La campagna di controlli a livello nazionale dei Nas nelle mense scolastiche ha interessato circa 1.000 imprese operanti in tutti gli istituti, da quelli dell’infanzia fino all’università, riscontrando irregolarità in 257 di questi e accertando 361 violazioni penali e amministrative per un totale sanzionatorio pari a 192 mila euro. È stata inoltre prevista la sospensione dell’attività o il sequestro di 13 aree cucina e depositi alimentari per la pessima igiene riscontrata. Entrando più nello specifico, sarebbero state rinvenute tracce di umidità, muffa, blatte ed escrementi di roditori.

Mensa scolastica
Mensa scolastica (Getty Images).

I sequestri di cibo scadente e non tracciato

Oltre alla scarsa igiene, i Nas hanno potuto constatare anche la presenza di derrate alimentari prive di tracciamento, mal conservate o scadute. Questo elemento ha portato al sequestro di 700 kg di cibo. E ancora, l’attività di controllo ha anche evidenziato molte carenze strutturali nella preparazione dei pasti, con l’omessa comunicazione della presenza di allergeni. Ben 18 gestori dei servizi mensa sono stati ritenuti responsabili di frode e inadempienza in pubbliche forniture: avrebbero confezionato pasti in qualità e grammatura inferiore a quello pattuito, violando di fatto i contratti.

Alcuni casi limite a Reggio Emilia, Lecco e Taranto

Ai gestori delle mense scolastiche che hanno svolto la propria attività con qualche piccolo irregolarità, si affiancano anche dei casi molto gravi. Un centro di cottura – catering di Lecco è stato chiuso e sanzionato per 3.500 euro a causa delle gravi carenze organizzative, strutturali e igienico sanitarie inerenti la rintracciabilità e la conservazione degli alimenti. Nella provincia di Reggio Emilia, invece, in un centro di preparazione pasti sono state rinvenute blatte ed escrementi di topo nelle celle frigorifere, oltre che tubature divelte nella zona di lavorazione delle carni. Da segnalare anche un asilo non censito in provincia di Taranto, dove l’approvvigionamento idrico avveniva con acqua non idonea a usi alimentari.

Monguelfo, guida ubriaco e con la patente scaduta da 18 anni: multato

I carabinieri hanno fermato a Monguelfo, in Alto Adige, un automobilista che non solo aveva un tasso alcolemico di 2,5, ma anche la patente scaduta da 18 anni. Come racconta il quotidiano Dolomiten, per essere stato fermato mentre era alla guida di un camion ubriaco l’uomo rischia ora una multa fino a 6 mila euro. Anche il veicolo che stava guidando aveva la revisione scaduta da mesi ed è stato sequestrato. Inoltre, dovrà ripresentarsi all’esame di guida, come previsto da una riforma del codice stradale del 2022 per chi ha la patente scaduta da oltre cinque anni.

‘Ndrangheta a Reggio Calabria, arrestate 26 persone

Ventisette persone sono state arrestate la mattina di martedì 14 novembre dalla guardia di finanza nell’ambito di un’operazione denominata “Garden”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che ha riguardato le cosche Borghetto e Latella operanti nei quartieri di Modena e Ciccarello. Il blitz è scattato all’alba nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma. I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Walter Ignazitto. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti e usura.

Disposto il carcere per 25 indagati

Per 25 indagati è stato disposto il carcere mentre per uno gli arresti domiciliari e per un altro l’obbligo di firma. Arrestando i vertici della cosca, con l’inchiesta “Garden”, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria a la Dda ritengono di avere decapitato la cosca Borghetto-Latella che storicamente era federata alla famiglia mafiosa Libri mentre negli ultimi anni è di fatto un gruppo più autonomo che controlla i quartieri Modena e Ciccarello, nella zona sud di Reggio Calabria. Una parte delle indagini riguarda i rapporti tra la ‘ndrangheta e la comunità rom di Ciccarello che, secondo gli inquirenti, non è più manovalanza al servizio dei clan ma, così come in altri territori della Calabria, si sta trasformando una vera e propria cosca. I dettagli dell’operazione saranno illustrati dai vertici della procura e della guardia di finanza nel corso di una conferenza stampa che si terrà in mattinata al comando provinciale di Reggio Calabria.

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