Caster Semenya, accolto il ricorso contro le regole del testosterone

Caster Semenya è stata discriminata. Lo ha stabilito una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha accolto il ricorso della 32enne sudafricana cui nel 2019 fu impedito di correre gli 800 metri femminili per alti livelli di testosterone. Affetta da iperandroginia, avrebbe dovuto sottoporsi a trattamenti ormonali per soddisfare le regole del World Athletics, la federazione internazionale. A maggio dello stesso anno il Tas di Losanna respinse l’appello della mezzofondista in una sentenza poi confermata nel 2020 dal Tribunale federale elvetico. «Semenya non ha avuto sufficienti garanzie istituzionali e procedurali in Svizzera», ha spiegato la Corte. «Le sue denunce riguardavano affermazioni comprovate e credibili di discriminazione a causa del suo differente sviluppo sessuale». World Athletics ha confermato alla Cnn di aver accettato la decisione, ma non è chiaro se stia preparando una revisione immediata delle sue regole per consentire a Semenya di partecipare all’Olimpiade di Parigi 2024.

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dato ragione a Semenya, la mezzofondista sudafricana affetta da iperandroginia: «Fu disciminata».
Caster Semenya durante una gara di atletica (Getty Images).

Caster Semenya, chi è la mezzofondista sudafricana affetta da iperadroginia

Classe 1991, nativa di Polokluane in Sudafrica, Caster Semenya è una delle più vincenti mezzofondiste del nuovo millennio. Dopo i successi nelle categorie juniores, ha brillato in mondiali e campionati africani soprattutto sugli 800 metri piani. Portabandiera della sua nazionale all’Olimpiade di Londra 2012, vinse la medaglia d’oro di categoria, bissando poi il successo anche quattro anni dopo in Brasile. Nel suo palmares anche tre titoli mondiali, due primi posti ai Giochi del Commonwealth e cinque vittorie ai campionati africani. Nel 2016 e nel 2017 ha trionfato nella Diamond League, la serie di meeting di atletica leggera tra cui il Golden Gala italiano. Nel 2018, poco prima delle nuove regole sul testosterone, divenne la prima donna a detenere il primato personale contemporaneamente nei 400, negli 800 e nei 1500 metri piani.

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dato ragione a Semenya, la mezzofondista sudafricana affetta da iperandroginia: «Fu disciminata».
Caster Semenya durante una gara di atletica (Getty Images).

«Il mio sogno era difendere gli ori olimpici a Tokyo», disse Caster Semenya poco dopo la squalifica del 2019. «Speravo di diventare la più grande mezzofondista di sempre sugli 800 metri». Per nulla decisa a fermarsi dalle competizioni, firmò immediatamente un contratto con la squadra di calcio femminile Jvw Fc, team che milita nella Sasol Women’s League sudafricana. Nel 2022 poté rientrare nell’atletica, ma solo per i 5 mila metri. Quanto alla vita privata, nel 2015 ha sposato la compagna Violet Raseboya e cinque anni dopo è diventata mamma di una bambina. Il 31 ottobre 2023 pubblicherà in Sudafrica, Usa e Regno Unito il suo primo libro, La corsa per diventare me stessa. «Spero di ispirare gli altri a essere audaci e non avere paura», ha scritto sul suo profilo Instagram. «Voglio che tutti imparino ad amarsi e accettarsi per come sono».

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