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Caso Cospito, il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per Delmastro
Il gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio nel caso Cospito. Il giudice non ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Roma, che ora dovrà formulare una richiesta di rinvio a giudizio. I procuratori, in una nota, avevano affermato che riconoscevano «l’esistenza oggettiva della violazione del segreto amministrativo, fondata sull’assenza dell’elemento soggettivo del reato, determinata da errore su legge extrapenale». Il rinvio a giudizio sarà deciso in una nuova udienza.
Delmastro: «Sono fiducioso»
Il sottosegretario Delmastro ha commentato la decisione del giudice con una nota: «Prendo atto della scelta del Gip di Roma che, contrariamente alla procura, ha ritenuto necessario un approfondimento della vicenda giuridica che mi riguarda. Avrò modo, davanti al giudice per l’udienza preliminare di insistere per il non luogo a procedere per insussistenza dell’elemento oggettivo, oltre che di quello soggettivo. Sono fiducioso che la vicenda si concluderà positivamente, convinto che alcun segreto sia stato violato, sia sotto il profilo oggettivo che sotto il profilo soggettivo».
L’inchiesta partita dopo le parole di Donzelli
Tutto è iniziato il 31 gennaio. Durante la discussione alla Camera sull’istituzione della commissione Antimafia, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha fatto riferimento alla visita di alcuni parlamentari del Partito democratico all’anarchico Cospito, in regime di 41 bis, sulla base di documenti teoricamente secretati. In quell’occasione ha dichiarato: «Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora voglio sapere, presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia». Da lì l’esposto presentato dal deputato dei Verdi Angelo Bonelli e l’apertura delle indagini sulle «intercettazioni ambientali del Dap tra esponenti della ‘ndrangheta e della camorrista con Alfredo Cospito» rese pubbliche in aula da Donzelli.