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Calenda attacca Landini su Magneti Marelli: «Il sindacato fa politica, non attacca Repubblica»
Carlo Calenda attacca Maurizio Landini sul caso Magneti Marelli. L’azienda ha deciso di chiudere lo stabilimento di Crevalcore. Un caso che l’ex ministro dello Sviluppo economico ha ricordato di aver già seguito quando al vertice di Fiat (oggi Stellantis) c’era Sergio Marchionne. L’allora ministro dello Sviluppo economico si spese per evitare il trasferimento all’estero della produzione e la chiusura.
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La vicenda Marelli di Crevalcore nasconde un gigantesco bubbone fatto delle menzogne di John Elkann, debolezza della politica, paura di Landini di andare contro gli editori di Repubblica, silenzio della politica per la stessa ragione. Una storia che va raccontata. pic.twitter.com/9yCsMMiPE7
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) September 27, 2023
L’attacco a Landini: «Sindacato fa politica, più importante Repubblica»
Dopo la morte di Marchionne nel 2018, «John Elkann la prima cosa che ha fatto è vendere Magneti Marelli, cedendola a una società giapponese posseduta da un fondo » continua Calenda, il tutto senza alcun vincolo. Dopo aver attaccato il governo Conte che nulla fece per sanare la situazione, passa a Maurizio Landini. «Voi avete visto una battaglia di Landini su questo?», chiede il leader di Azione. «Io no. Sapete perché Landini non ha fatto una battaglia né sulla diminuzione della produzione Fiat né sullo spostamento dei centri decisionali in Francia, né su Marelli? Perché John Elkann ha fatto una mossa geniale: ha comprato Repubblica, cioè il principale giornale della sinistra. E da quel momento, siccome il sindacato in Italia fa politica, per il sindacato è stato più importante andare d’accordo con l’azionista di Repubblica che combattere contro la deindustrializzazione del settore automotive». Calenda conclude: «Questa è una delle evidenze più tristi che in questo Paese i problemi non sono tutti nella politica. Ma sono anche altrove».