Caldo, bollino rosso in 23 città. Inps: «Possibile la cassa integrazione sopra i 35 gradi»

Mercoledì 19 luglio sarà un’altra giornata bollente per l’Italia. Come anticipato dai metereologi, il nostro Paese sarà interessato anche nelle prossime ore da un anticiclone di origine africana che porterà le temperature a salire ulteriormente. Si tratta dell’ultimo grande aumento del livello della colonnina di mercurio. La situazione dovrebbe poi essere destinata a cambiare a partire dalla prossima settimana.

Ventitré città da bollino rosso per il caldo torrido: si arriverà a punte di 40-45 gradi

Secondo quanto riportano 3bmeteo.com e IlMeteo.it, nella giornata di oggi si potrebbero raggiungere in alcune zone temperature record, fino a punte di 40 o addirittura 45 gradi su regioni come Sicilia, Sardegna e Puglia. Il caldo sarà insopportabile in realtà anche in diverse altre zone del Paese, dove la colonnina di mercurio salirà facilmente sopra i 35-37 gradi. Le città da tenere monitorate e da bollino rosso sono nello specifico Ancona, Bari, Brescia, Bologna, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Messina, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Trieste, Roma, Torino, Venezia, Viterbo e Verona. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda Milano e Reggio Calabria, alle quali il ministero della Salute ha assegnato il bollino arancione. L’allerta è dunque alta in gran parte del territorio, particolarmente per le persone anziane e più fragili.

Per l’Inps è possibile richiedere la cassa integrazione con temperature superiori ai 35°

Le alte temperature degli ultimi giorni rappresentano inoltre un rischio per la sicurezza di determinate categorie di lavoratori: dagli operai addetti alla stesura del manto stradale a chi opera nell’edilizia e, più in generale, chi lavora all’aperto. Proprio per questo dal 2017 l’Inps, secondo quanto riportato in un decalogo dell’Inail sul lavoro in caso di alte temperature, prevede la possibilità di richiedere la cassa integrazione ordinaria se si superano i 35 gradi. «Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cigo», si legge nella circolare 139 del 2017 e nel messaggio 1856 del 2017 dell’Inps che chiarisce le linee guida in casi di eventi meteo estremi. Si possono rilevare «anche le cosiddette temperature percepite» ricavabili, si aggiunge, «dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale».

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