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Belgio, otto scuole bruciate per protesta contro l’educazione sessuale
In Belgio, tra le città di Liegi e Charleroi, gruppi di manifestanti hanno vandalizzato e incendiato otto scuole per protestare contro un progetto scolastico governativo sull’educazione sessuale. Si chiama Evras, acronimo per Educazione alla vita relazionale, affettiva e sessuale, ed è stato approvato il 7 settembre dal Parlamento della Federazione Vallonia-Bruxelles. Non si tratta di una novità, perché Evras modifica un corso già esistente dal 2012, rendendolo obbligatorio per gli studenti tra gli 11 e i 16 anni. In precedenza, invece, erano gli istituti a scegliere se istituirlo o meno. Si tratta di quattro ore totali durante l’anno scolastico.
Fake news contro Evras
Le proteste sono nate già dopo l’approvazione, quando è stata creata una campagna social di disinformazione per tentare di fermare l’intero progetto. Su Facebook, Instagram e X, centinaia di persone sostengono che il governo voglia spingere i bambini «di 9 anni» a una precoce sessualizzazione, portandoli alla masturbazione, alla pornografia e al cambio di genere. Dalle manifestazioni nei centri abitati si è arrivati poi agli incendi. Degli otto istituti scolastici bruciati, almeno sei sono direttamente collegati a chi protesta. Si tratta di movimenti composti da integralisti musulmani, cattolici e movimenti complottisti di estrema destra. Sui muri è stato scritto: «No Evras, altrimenti i prossimi sarete voi».

De Croo: «Profondamente scioccato»
Il primo ministro belga Alexander De Croo ha commentato la vicenda definendosi «profondamente scioccato». Il leader del Belgio ha poi spiegato: «Non si torna indietro. È la base della salute sessuale, ma anche la base per rendere i nostri bambini consapevoli dei loro diritti e della loro integrità fisica». Come lui anche la ministra dell’Istruzione Caroline Désir, che poco dopo gli incendi ha parlato di «atti terroristici inammissibili». Domenica 17 settembre sono stati almeno 1.500 i manifestanti che hanno occupato il centro di Bruxelles. Sui social tra i più attivi c’è anche il rapper Rohff, che rilancia costantemente petizioni e video contro il progetto Evas.
Non vous n’êtes pas déconnectée Madame… Même les cauchemars les plus hardcore ne proposent pas ce type de scénario… Réveillez vous !
Ils veulent inculquer la pédophilie et la perversion à nos enfants à notre insu et sans notre consentement en sachant qu’ils ont rendu… pic.twitter.com/d8IyL4Hx2Q
— ROHFF (@rohff) September 12, 2023
Il progetto Evras è una guida di 300 pagine per i bambini
Evras è in realtà, come ha spiegato la ministra Désir, una guida di circa 300 pagine, studiata da 150 esperti utilizzando oltre 400 interviste a bambini di ogni età. E si rivolge proprio a loro, perché «possono trovarsi di fronte a cose che non conoscono e che possono anche essere pericolose». L’obiettivo è quindi di spiegare cos’è la pornografia e dare agli studenti gli strumenti per difendersi dai pericoli possibili soprattutto su internet.
