Barbenheimer, fenomenologia della sfida al cinema tra Barbie e Oppenheimer

Non potrebbero esserci due film più diversi a scontrarsi nelle sale americane e, nonostante Hollywood sia alle prese con un evento storico come il doppio sciopero degli attori e degli sceneggiatori, ai box office a stelle e strisce il 21 luglio va comunque in scena l’atteso Barbenheimer, ossia la lotta all’ultimo biglietto venduto per conquistare la vetta dei titoli più visti dell’estate 2023. La sfida Barbie contro Oppenheimer in Italia, purtroppo, non è prevista: il progetto ispirato all’iconica bambola della Mattel debutta giovedì 20 luglio, mentre i fan di Christopher Nolan devono attendere oltre un mese, fino a mercoledì 23 agosto. In tutto il mondo, tuttavia, l’attesa per il confronto diretto è proseguita a suon di meme, inviti ad acquistare i biglietti per il doppio spettacolo nei cinema, e un terzo incomodo, il settimo capitolo di Mission: Impossible che verrà “sfrattato” dalle sale Imax a pochi giorni dalla sua distribuzione.

Barbienheimer, fenomenologia della sfida al cinema tra Barbie e Oppenheimer
Il regista Christopher Nolan (Getty).

«Il weekend di Nolan», cioè gli ultimi giorni di luglio

Oppenheimer è stato fin da subito destinato a un’uscita in quella che, dal 2008, viene definita «il weekend di Nolan» per l’evidente preferenza del regista per far trascorrere i suoi fan nelle sale gli ultimi giorni di luglio. Non c’è quindi da stupirsi che la scelta di controprogrammare il debutto di Barbie nella stessa giornata potrebbe, come riportato da alcune fonti delle testate specializzate, aver infastidito Christopher Nolan. Secondo alcune teorie la decisione sarebbe persino stata presa dallo studio avversario come “vendetta” per le dichiarazioni rilasciate nel 2021 contro la scelta della Warner di far debuttare i suoi film in contemporanea nelle sale e sulla piattaforma di streaming HBO Max. A prescindere dalle reali motivazione, i due studios e le star hanno affrontato la sfida con campagne che li hanno portati in giro per il mondo fino agli ultimi minuti prima dello sciopero proclamato da Sag-Aftra, e tutti gli artisti coinvolti non sono riusciti a sfuggire alle inevitabili domande su Barbenheimer, svelando il diverso approccio alla surreale, e divertente, situazione.

Margot Robbie è rimasta conquistata da un meme ideato come poster: «Ho intenzione di farlo stampare su una t-shirt e provare a farmelo firmare da Cillian Murphy!». La star di Oppenheimer ha avuto altrettante parole pacifiche ribadendo: «Penso sia grandioso. Andrò a vedere Barbie. Non vedo l’ora e penso che sia fantastico per il settore e per il pubblico». Christopher Nolan è perfettamente d’accordo con la sua star e ha ricordato: «L’estate, in un mercato in salute, è sempre piena e abbiamo affrontato queste situazioni a lungo. Penso che chi si interessa ai film stesse realmente aspettando di avere nuovamente un mercato ricco di proposte».

Pure Tom Cruise involontariamente coinvolto

Nel frattempo sono le persone comuni a divertirsi e a trarre profitto dalla sfida condividendo immagini, fanart, meme, poster alternativi online e a vendere merchandise ispirato al fenomeno Barbenheimer. A trovarsi involontariamente coinvolto, considerando gli slittamenti causati dalla pandemia, è Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte 1. Tom Cruise, reduce dal successo ottenuto da Top Gun: Maverick, sperava di potersi godere un’altra estate all’insegna del dominio ai box office. Il film sul “padre” della bomba atomica lo priverà persino delle sale Imax che avrebbero potuto dare una spinta significativa ai guadagni. Nonostante il comprensibile disappunto, sono stati proprio McQuarrie e Cruise a proclamare la tregua posando per primi con i biglietti per andare a vedere Barbie e Oppenheimer.

La star di Hollywood aveva dichiarato: «Amo un doppio spettacolo e non potrebbe essere più esplosivo (o più rosa)». Il lieto fine del Barbenheimer sembra infatti quello di vedere entrambi i film, persino nello stesso giorno. La catena Amc, per andare incontro alle richieste degli spettatori, ha deciso di anticipare gli orari delle prime proiezioni della giornata, permettendo così a chi lo volesse di passare da una sala all’altra. A rispondere all’appello delle star, sul suolo americano, sono già stati oltre 20 mila fan che si regaleranno una maratona che sembra già destinata a entrare nella storia del cinema.

Chi vincerà la sfida? Le previsioni dicono Barbie

Con una campagna fermata bruscamente a causa dello sciopero degli attori, Oppenheimer, il cui budget è stato leggermente inferiore rispetto a Barbie (100 milioni contro 150 milioni di dollari) non potrà sfruttare pienamente la spinta data dalla promozione che, lo studio rivale, ha reso centrale. Le tematiche e le atmosfere completamente diverse sembrano in grado di attirare nelle sale un target molto diverso di spettatori, ma una buona fetta di pubblico si sovrapporrà. Il sito BookMyShow, che raccoglie l’interesse dei potenziali spettatori, registra una vittoria schiacciante del film di Nolan che ha superato, a una settimana dal debutto, quota 239 mila persone in attesa di vedere Oppenheimer, mentre Barbie non va oltre le 92 mila. Le previsioni degli esperti prevedono comunque una vittoria del mondo rosa della Mattel ai box office con un potenziale debutto compreso tra i 70-80 e 100 milioni di dollari, mentre il rivale non supererebbe i 50 milioni.

Warner Bros ha inoltre lanciato una campagna marketing capillare e le polemiche che hanno rischiato al film di essere vietato in vari Paesi come Vietnam e Filippine, legate a un disegno, la mappa del viaggio che Barbie deve compiere per arrivare nel mondo reale, che si sosteneva fosse la “linea dei nove tratti” (una rappresentazione a forma di “U” delle pretese territoriali della Cina nel Mar Cinese Meridionale), sembrano rientrate dopo la rassicurazione che la mappa mostrata nel film fosse totalmente priva di significati politici e permettendo di “oscurarla” in alcuni Stati, assicurandosi così la presenza nel maggior numero di nazioni possibile.

Il pubblico femminile potrebbe fare la differenza

A fare la vera differenza, secondo gli esperti del settore, sembra però il pubblico femminile che viene indicato come il più interessato a immergersi nell’universo di Barbie attraverso una prospettiva femminista e ironica che unirà realtà e finzione per raccontare una ricerca della propria identità che, sulla carta, potrebbe essere in grado di rivolgersi a un pubblico molto più ampio rispetto a quello della storia piena di tensione e drammaticità degli eventi che hanno portato alla nascita della bomba atomica.

Live-action ispirato a Barbie in sviluppo dal 2009

Il progetto di realizzare un film live-action ispirato a Barbie è entrato in fase di sviluppo nell’ormai lontano 2009, cambiando radicalmente la sua natura nel corso degli anni e passando nelle mani di tre studios prima di approdare nei titoli di Warner Bros ed essere affidato alla regista Greta Gerwig, che ne ha scritto la sceneggiatura in collaborazione con il partner, nella vita e nel lavoro, Noah Baumbach.

Barbienheimer, fenomenologia della sfida al cinema tra Barbie e Oppenheimer
Ryan Gosling e Margot Robbie (Getty).

Nonostante la fonte di ispirazione e il dominio del rosa in tutte le sue sfumature, al punto che la scenografa Sarah Greenwood sostiene di aver causato una carenza di vernice della sfumatura voluta a livello internazionale, la storia portata sul grande schermo affronterà tematiche importanti mostrando la protagonista alle prese con una crisi esistenziale che la spinge a far visita al mondo reale pur di trovare delle risposte. Situazione difficile anche per il Ken di Ryan Gosling che è consapevole che non esiste in modo indipendente da Barbie, come ha anticipato un video promozionale che ha regalato ai fan degli estratti di una scena musicale in cui la star canadese condivide i dubbi del suo personaggio.

Nostalgia per l’infanzia, riferimenti pop, colori accesi

Molte delle star coinvolte nelle riprese appariranno nel ruolo di varie versioni di Barbie, tutte ispirate a modelli realmente realizzati da Mattel nel corso degli anni, compresa la coppia Allan-Midge, e persino mostrando il look delle bambole che devono affrontare gli slanci artistici dei bambini che giocano con loro, con capelli tagliati senza attenzione con le forbici o “trucco” realizzato con i pennarelli. L’attenzione per i dettagli durante le riprese è stata davvero alta e ha portato a costruire una casa che riproduca alla perfezione quelle giocattolo, compresi scivoli che portano in piscina e assenza di scale, e a rendere un dettaglio come l’arco plantare arcuato, che i piedi delle Barbie hanno avuto per interi decenni, un elemento centrale per creare la svolta narrativa che porterà all’evoluzione della protagonista. Il mix di nostalgia per l’infanzia, riferimenti pop, colori accesi, ironia sulla società e approccio femminista alla storia sembra in grado di trascinare il pubblico nelle sale, sfruttando inoltre un gruppo di interpreti molto amati in tutto il mondo.

Barbienheimer, fenomenologia della sfida al cinema tra Barbie e Oppenheimer
Margot Robbie (Getty).

Un thriller storico esplosivo: e c’è pure Matt Damon

Atmosfera completamente diversa quella che animerà Oppenheimer, in Italia in arrivo ad agosto, definito un thriller storico che porterà gli spettatori «nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare». Scritto e diretto da Christopher Nolan, il progetto può contare su un cast davvero stellare guidato da Cillian Murphy nella parte di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt in quella della moglie dello scienziato, la biologa e botanica Katherine. Accanto a loro Matt Damon nel ruolo del generale Leslie Groves Jr, Robert Downey Jr in quello di Lewis Strauss, il commissario fondatore della Commissione statunitense per l’energia atomica, e poi ancora Florence Pugh, Benny Safdie, Josh Hartnett, Rami Malek, Kenneth Branagh, Dane DeHaan, Alden Ehrenreich e Matthew Modine.

Durata di tre ore, pellicola da oltre 17 chilometri

La scelta del filmmaker di girare l’intero film in formato Imax ha rappresentato una sfida, considerando che Kodak ha dovuto produrre per la prima volta una pellicola in bianco e nero creata appositamente per adattarsi alle speciali telecamere. Nolan ha infatti scelto di girare a colori le scene legate all’esperienza soggettiva di Oppenheimer e in bianco e nero i passaggi maggiormente “obiettivi” della storia raccontata. La durata di tre ore ha inoltre portato ad avere copie del film con una pellicola della lunghezza di oltre 17 chilometri, una dimensione record che ha quasi rischiato di non poter entrare nei proiettori, costringendo alcuni cinema a modificare le cabine per riuscire ad avere lo spazio ad accogliere le copie del lungometraggio da utilizzare.

Barbienheimer, fenomenologia della sfida al cinema tra Barbie e Oppenheimer
Emily Blunt, Cillian Murphy e Florence Pugh, membri del cast di Oppenheimer (Getty).

Tanti sforzi dovrebbero però essere ripagati da un’esperienza che si preannuncia realistica e immersiva, in particolare grazie al limitato uso degli effetti speciali che hanno portato il regista inoltre a ideare con Scott R. Fisher, alla guida del team degli effetti speciali, e Andrew Jackson, supervisore agli effetti visivi, modi creativi per girare le sequenze delle esplosioni e il test Trinity, utilizzando anche la tecnica tradizionale della Prospettiva forzata grazie a dei modellini e a un mix esplosivo di benzina, propano, polvere di alluminio e magnesio. Per portare sugli schermi la “nube a fungo”, inoltre, si è deciso di immortalare un’esplosione da numerosi punti di vista e poi utilizzarli in post-produzione per aggiungere vari strati alle esplosioni.

Immersi nell’interpretazione senza mangiare né dormire

Altrettanto impegnativa è stata l’esperienza per Cillian Murphy che, per interpretare lo scienziato, ha dedicato tutte le sue energie al lavoro sul set, ritrovandosi a saltare le cene di gruppo con gli altri membri del cast e persino a dimenticarsi di mangiare e non riuscendo a dormire: «Stavo andando avanti usando un’energia folle, sono arrivato al punto di non preoccuparmi del cibo o di qualsiasi altra cosa». Il desiderio di offrire un ritratto accurato di Oppenheimer ha portato Cillian a essere «competitivo nei confronti di se stesso», al punto di avere abitudini non salutari e a perdere peso per poter fisicamente avvicinarsi all’immagine dello scienziato, lavorando particolarmente sulla propria espressività. Una performance, quella immortalata da Nolan nel suo film, che ha già nel suo mirino la notte degli Oscar.

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