Auto blu, piccoli Comuni e Province non mollano: i numeri

Un’auto di servizio a disposizione ogni 900 abitanti circa. Ad Avezzano, comune di oltre 40 mila abitanti in provincia de L’Aquila, di sicuro non mancano vetture pronte per l’uso dell’amministrazione: ce ne sono 47 in totale, tutte di proprietà, di cui una addirittura a «uso esclusivo con autista», l’auto blu nel suo significato pieno con autista dedicato alla guida per uno dei rappresentanti della Giunta. Quasi il triplo delle 18 auto che sono in dote alla presidenza del Consiglio. Insomma, Avezzano ha maggiori necessità rispetto a Palazzo Chigi. E così alcuni enti, come quello abruzzese a braccetto con la Provincia di Reggio Calabria, che gestisce un parco auto di 60 vetture nonostante la riduzione dei poteri, diventano l’emblema dell’immortalità di questa italica passione, che tutti dicono di voler limitare. Ma che negli anni ha resistito a ogni riforma e alle crociate di ogni ambizioso ministro, per ultimo Renato Brunetta.

Auto blu, piccoli Comuni e Province non mollano: i numeri
Renato Brunetta (Imagoeconomica).

Da San Vito al Tagliamento a Vigevano: quando l’auto blu è una passione

Secondo il censimento 2023 sulle auto in dotazione della Pubblica amministrazione, relativo al 2022, ci sono oltre 30 mila auto nella Pa, esattamente, 30.665. Confermando che negli anni scorsi non c’è stata una reale diminuzione: semplicemente molti enti non avevano risposto al dipartimento della Funzione pubblica. Nel 2021 se ne contavano 29.894, ma avevano dato le informazioni 8.142 amministrazioni, mentre nell’ultimo report è giunto un feedback da 8.328 enti, circa l’83 per cento del totale. La passione per l’auto blu, dunque, non è mai cessata: la media infatti resta intorno a 3,7 auto di servizio a disposizione di ogni amministrazione, categoria che va dalla Asl alle agenzie pubbliche, oltre ovviamente ai ministeri e governo, Regioni e Comuni. Ed è proprio tra le amministrazioni locali che si trovano i casi più singolari. Avezzano è irraggiungibile in termini assoluti, ma in questa classifica si distingue anche il Comune di San Vito al Tagliamento, 15 mila abitanti in provincia di Pordenone: il censimento registra 33 vetture di proprietà. Non ci sono problemi di spostamento nel perimetro dell’ente, insomma. Simile la situazione nel Comune di Rho, 50 mila abitanti nell’hinterland milanese, che conta 21 auto di servizio, facendo il paio con il Comune di Vigevano, oltre 60 mila residenti in provincia di Pavia. L’abitudine non conosce barriere geografiche: Battipaglia, località del Salernitano di circa 50 mila abitanti e nota per la produzione di mozzarella di bufala, ha segnalato la dotazione di ben 20 auto di servizio, stesso numero di Montalto Uffugo, 20 mila abitanti nel Cosentino. Singolare il caso di Ventasso, in provincia di Reggio-Emilia, nato dalla fusione dei comuni di Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto. L’eredità è oggi di 18 veicoli per l’amministrazione di un ente che mette insieme meno di 4 mila abitanti. Tornando a Sud, Torre del Greco, popolo Comune vesuviano, raggiunge quota 16.

Province (per ora) senza poteri ma con un nutrito parco macchine

E che dire delle Province che si apprestano alla resurrezione per volere della maggioranza? Quella di Reggio Calabria, come accennato, è leader assoluta: può contare 60 auto di servizio. Per avere un’idea, sono molte di più rispetto alle 36 della città metropolitana di Roma e il doppio in confronto alle 29 della città metropolitana di Milano. Anche altri enti provinciali hanno conservato una buona dotazione. Grosseto e Pavia sono due casi significativi con 28 auto, così come meritano menzione le 24 di Lecco e Sondrio e le 20 di Arezzo. Insomma, in attesa che vengano ripristinati i poteri, le Province non rinunciano a niente. Se nelle realtà medio-piccole le auto blu abbondano, figuriamoci nelle metropoli. Spicca il Comune di Torino, guidato dal sindaco Stefano Lo Russo, che conta ben 191 veicoli (di cui 13 ncc e il resto di proprietà), che vince per distacco rispetto a ogni altra amministrazione. Sotto la Mole piace l’auto: il numero è in netto aumento rispetto alle 154 del 2021. Roma Capitale, amministrata da Roberto Gualtieri, è seconda con 109 auto, di cui 85 ncc, per una popolazione che è almeno tre volte superiore a quella del capoluogo piemontese. Il Comune di Milano ha invece “refertato” solo 41 auto, seppure con un incremento di 10 unità rispetto al censimento 2021, mentre restano a quota 91 le vetture disponibili per il Comune di Firenze, un dato nettamente superiore alle 62 di Bologna. Tre le città più importanti, la virtuosa Napoli si ferma a 12 vetture nei garage pubblici.

Auto blu, piccoli Comuni e Province non mollano: i numeri
Tra le grandi città italiane, Torino detiene il record di auto blu con 191 veicoli (Imagoeconomica).

Coni e Sport e Salute non pervenuti

Al netto del miglioramento nelle risposte nella Pa, resiste un 17 per cento di enti che non riferiscono il dato delle auto di servizio. Come il Coni di Giovanni Malagò, e la società “parallela” e “avversaria”, Sport e Salute. Magari non hanno a disposizione alcun veicolo, chissà. Solo che non è possibile saperlo. Top secret pure le informazioni su alcuni Comuni capoluogo, come Caserta, Enna e Varese e sulle città metropolitane di Napoli e Messina. Certo, non tutto è negativo. Un esempio? La cura Draghi a Palazzo Chigi stava sortendo degli effetti: nel 2022 alla presidenza del Consiglio le auto a «uso non esclusivo con autista», sono scese in un anno da 31 a 18, quasi tutti a noleggio con conducente (ncc). Anche il “Draghi boys”, Daniele Franco, al Ministero dell’Economia aveva operato un mini taglio, passando a 5 auto a disposizione rispetto alle precedenti 6. Al ministero del Turismo, per sua natura, la possibilità di spostarsi è agevole con 43 auto di servizio, anche se tra le amministrazioni dello Stato svetta il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con un totale di 58 veicoli, segnando un paradosso: tra governo e ministeri c’è una maggiore attenzione a non abusare delle auto blu, che pure per la Capitale sfrecciano in continuazione. Ma sui territori è, forse, peggio perché alcune ferme nei garage. Perché sono troppe.

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