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Atlete molestate in India, libertà su cauzione per il capo federazione
L’ex presidente della federazione nazionale di lotta, Brij Bhushan Sharan Singh, è libero su cauzione. La decisione è stata presa da un tribunale di Delhi dopo che l’uomo è stato incriminato per presunto stalking e molestie sessuali nei confronti di alcune atlete in India. L’indagine si è chiusa il 7 luglio e il codice penale indiano prevede, in casi simili e con queste accuse, l’arresto preventivo. Singh è anche parlamentare del Bip, il partito al governo in India. Il caso si discuterà il 20 luglio.
Incriminato il segretario Vinod Tomar
Oltre a Singh, la polizia ha incriminato anche Vinod Tomar. Si tratta di un suo collaboratore, già segretario della federazione sportiva. Da gennaio le atlete hanno denunciato pubblicamente comportamenti inappropriati e molestie subite. Tra chi ha denunciato ci sono anche alcune vincitrici di medaglie d’oro e d’argento alle Olimpiadi e ai Giochi Asiatici. La richiesta era che i due venissero rimossi dagli incarichi e processati.
I sit-in di protesta
Oltre alle denunce, lottatori, lottatrici e wrestler indiani hanno guidato diversi sit-in. Atleti celebri dello sport indiano come Sakshi Malik, Vinesh Phogat e Bajrang Punia a gennaio hanno organizzato una manifestazione che poi è stata ripresa più volte nell’arco delle settimane successive. Ad aprile, invece, molte sportive hanno iniziato a presidiare il Parlamento. La mobilitazione è durata oltre un mese, finché a maggio non è intervenuta la polizia, facendole disperdere con modi aggressivi, considerati «brutali». Tra le protagoniste le stesse Malik e Phogat, trascinate via prima che potessero avvicinarsi al premier Modi. Il commissario di polizia Dependra Pathak aveva fermato gli sportivi per «violazione della legge» e che «saranno incriminati a tempo debito».