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Arianna Meloni: «Fdi a gestione familiare? Sono militante da quando avevo 17 anni»
«Giorgia mi ha detto: Non farti prendere dall’ansia per le sciocchezze. Abbiamo una storia importante da scrivere, al resto evitiamo di dare troppa rilevanza». Così inizia a raccontarsi Arianna Meloni, 48 anni, da 31 militante a destra prima nel Msi, poi in An, nel Pdl e infine Fratelli d’Italia. Ha parlato al Corriere della Sera, contestando le accuse che la vedono scalare posizioni di prestigio in quanto «sorella della premier». Gli attacchi? «Mi scivolano addosso», ha precisato.
La risposta alle accuse: «Io in Fdi da sempre»
Arianna Meloni adesso è la nuova responsabile della segretaria politica e tesseramento del partito. A proposito di questo nuovo incarico, ha detto: «È un ruolo importante, lo so, ma chi mi conosce sa che è quello che ho sempre fatto. Con contratti da precaria alla Regione Lazio, sempre lo stesso genere di contratto, senza evoluzione di carriera, stesso stipendio…». E, sulle accuse di chi pensa che Fdi sia oramai una partito a gestione familiare risponde: «Vuole la verità? È un fuoco di fila di chi non ha voluto informarsi, o ha fatto finta di non conoscere la storia della nostra comunità politica. Mi iscrissi al Msi che avevo 17 anni, ho fatto di tutto: attaccavo i manifesti, contattavo i militanti, organizzavo gli eventi, poi via via ho preso a tenere i contatti alla Regione Lazio con i nostri vari eletti o candidati, più recentemente nel partito, che cresceva… Insomma, politica a tempo pieno». Tuttavia, ha negato, per il momento, una possibile candidatura alle Europee.

Il richiamo all’azione e l’abbandono dell’amato «cono d’ombra»
Arianna Meloni ha anche spiegato perché, fino a questo momento, non aveva mai avuto incarichi di rilievo, a differenza di suo marito, il ministro Francesco Lollobrigida, e di sua sorella: «Perché una volta perché Giorgia era ministro o leader, una volta perché Francesco assumeva altri incarichi… A me stava bene così. Non mi interessa apparire, ma lavorare», spiega. Ma «in questo ultimo anno» sono cambiate: «Oggi c’è la fila di persone che si propone, chiede incarichi, con fin troppo entusiasmo… Ma sono in grado? Non stiamo giocando, qui si lavora per l’Italia. Io credo di saper fare alcune cose con serietà e passione, e posso farle anche al partito, mettendole a disposizione in un momento così frenetico e delicato. Tutte le nostre figure politiche più esperte credo che debbano necessariamente mettersi a regime, ponendo al primo posto la necessità di lavorare per un bene maggiore sacrificando se occorre un bene minore. Tradotto: nel mio caso, rinunciare a quel cono d’ombra che a me è sempre piaciuto tanto».
«Rampelli se voleva chiedere un congresso lo avrebbe fatto»
Sui mal di pancia dell’area di Rampelli, invece, ha precisato: «Guardi, io nel partito conosco tutti, siamo davvero un gruppo che è non solo partito ma un legame di vita. Su certe cose ci rido su. In FdI non esistono gruppi o correnti definite, si è creato un caso sul nulla, per dichiarazioni di singoli parlamentari. Se uno con la storia di Rampelli volesse chiedere un congresso, lo farebbe in prima persona: non è accaduto. Anche perché non si è capito a che servirebbe oggi un congresso: c’è una leader indiscussa, la linea politica è condivisa, lo spazio per lavorare c’è in tantissimi ruoli e organismi».