Approvata la Nadef: i punti principali su debito, Pil e tagli

Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nadef, Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, ossia lo strumento che permette di aggiornare gli obiettivi delle politiche di finanza pubblica in base all’attuale andamento macroeconomico. Il ministro dell’Economia, il leghista Giancarlo Giorgetti, ha parlato di scelte responsabili da parte del governo, con la Nadef che punta a rimettere in discussione le regole del patto di stabilità europeo e che, in vista della Legge di Bilancio del 2024, stima un Pil italiano allo 0,8 per cento nel 2023 e dell’1,2 per cento nel 2024.

Il rapporto deficit/Pil passa al 5,3 per cento

La Nadef stima un’innalzamento del rapporto deficit/Pil, che passa dal 4,5 per cento del Def al 5,3 per cento per effetto, come ha riferito il ministro, del Superbonus e dei bonus edilizi, che hanno avuto un forte impatto negativo sulle casse dello Stato, con il debito che in loro assenza sarebbe sceso quasi di un punto percentuale. In vista della prossima Legge di Bilancio, l’obiettivo dichiarato nella Nadef è quello di sospendere questi bonus, facendo scendere il deficit al 4,3 per cento (meno 0,7 punti percentuali, circa 14 miliardi di euro). Per quanto riguarda il Pil, Prodotto interno lordo, la Nadef prospetta un crescita aggiornata dello 0,8 per cento nel 2023, dell’1,2 per cento nel 2024, dell’1,4 per cento nel 2025 e dell’1 per cento nel 2026.

La spesa per i redditi medio bassi attraverso il taglio del cuneo

Nel corso della presentazione della Nadef, Giorgetti ha anche precisato che l’obiettivo del 4,3 per cento del deficit nel 2024 lascia al governo la possibilità di agire in beneficio dei redditi medio bassi, sopratutto attraverso il taglio del cuneo e «misure premiali per la natalità oltre a stanziamenti significativi per rinnovo del contratto del pubblico impiego». Come evidente, l’Italia dunque prospetta di non rispettare la soglia limite del 3 per cento del rapporto deficit/Pil, ma questo, dice Giorgetti, «non induce a ritenere di fare politiche procicliche che alimentano la recessione e quindi l’asticella si sposta a un livello di ragionevolezza».

Tagli alla spesa di 2 miliardi e investimenti tipo il Ponte sullo Stretto

Sono stabiliti anche tagli alla spesa della spending review, con il ministero dell’Economia che ha previsto un taglio delle spese nel 2024 di circa 2 miliardi compreso quanto già era stato previsto, ovvero 300 milioni. Rispetto, invece, agli investimenti di Stato, nella Nadef si fa anche riferimento al Ponte sullo Stretto di Messina per il quale nel 2024 ci sarà un primo stanziamento attraverso il fondo opere infrastrutturali.

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