Alluvioni in Somalia, 1.7 milioni milioni di persone colpite e 700 mila sfollati

La regione del Corno d’Africa è da settimane colpita da piogge torrenziali e inondazioni legate al cambiamento climatico e al fenomeno meteorologico El Niño. I Paesi più colpiti sono Somalia, Etiopia e Kenya, dove le inondazioni stanno distruggendo le aree urbane causando almeno 100 morti e oltre mezzo milione di sfollati interni. I tre Stati sono in cima alla lista dei paesi africani più colpiti dagli eventi climatici estremi, e vedono l’alternanza tra alluvioni e stagioni di siccità da record che hanno già generato una grave insicurezza alimentare nella regione.

In Somalia entro il 2023 il bilancio degli abitanti colpiti potrebbe salire a 4 milioni

Secondo quanto riferito lunedì 20 novembre in conferenza stampa dal direttore dell’Agenzia somala per la gestione dei disastri, Mohamud Moalim Abdullahi, sono almeno 50 le persone rimaste uccise durante le alluvioni in Somalia, mentre sono 687.235 le persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case. «Le piogge previste tra il 21 e il 24 novembre potrebbero causare ulteriori inondazioni aggravare il bilancio», ha aggiunto. L’agenzia umanitaria Ocha delle Nazioni Unite ha affermato che il numero di persone sfollate a causa delle inondazioni in Somalia «è quasi raddoppiato in una settimana», mentre sono complessivamente 1,7 milioni le persone colpite dal disastro. Il Comitato internazionale di soccorso ha dichiarato inoltre che le precipitazioni superiori alla norma dovrebbero persistere fino alla fine del 2023, prevedendo che il bilancio delle persone colpite dal disastro ambientale salirà a 4,3 milioni di abitanti, un quarto della popolazione somala. Oltre ad aver distrutto case, scuole e ospedali, gli eventi climatici estremi hanno danneggiato strade, ponti e altre infrastrutture, ostacolando la circolazione delle persone e dei rifornimenti e portando ad un aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.

Nel Corno d’Africa sono 14 milioni le persone colpite dalla siccità

Il Corno d’Africa è una delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici, e gli eventi meteorologici estremi si verificano con crescente frequenza e intensità. La regione sta uscendo dalla peggiore siccità degli ultimi quattro decenni. Secondo i dati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu (Ipcc), in Somalia, la siccità ha colpito circa 7,1 milioni di persone, di cui 2,8 milioni di bambini. In Etiopia gli abitanti colpiti sono 5,6 milioni, di cui 2,1 milioni di bambini. In Kenya, la siccità da record ha colpito circa 1,5 milioni di persone, di cui 500 mila bambini. Lo studio Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability dell’Ipcc ha affermato che nei prossimi anni «il Corno d’Africa è destinato a sperimentare una maggiore frequenza e intensità delle siccità, con conseguenze potenzialmente devastanti per la sicurezza alimentare, la salute umana e l’economia». Inoltre, nell’ultimo decennio all’interno della crisi per la risorse causata dal cambiamento climatico si è vista l’infiltrazione strategica di gruppi terroristici come al-Shabab che, impegnato negli scontri con le forze governative somale, ha spinto alla fuga migliaia di abitanti.

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