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Alice Scagni, archiviate le accuse per la dottoressa e per due poliziotti
Il cosiddetto «fascicolo bis» legato al caso dell’omicidio di Alice Scagni è stato ufficialmente archiviato dalla procura di Genova, che ha comunicato la notizia ai familiari della ragazza, massacrata dal fratello a colpi di coltellate a maggio 2023.
Caso Alice Scagni, archiviate le accuse nei confronti di una dottoressa e di due poliziotti
Il fascicolo era stato aperto dopo le pesanti accuse e la denuncia dei genitori di Alice Scagni, Antonella Zarri e Graziano Scagni, che avevano puntato il dito contro due agenti di polizia e contro una psichiatra che avrebbe dovuto prendere in cura Alberto Scagni. I primi due erano finiti nel mirino dei familiari di Alice Scagni per l’approccio superficiale avuto nella gestione del caso. La dirigente dell’Asl era invece indagata per aver sottovalutato gli allarmi lanciati in diverse occasioni da parte della famiglia della vittima. Gli agenti erano accusati anche di non aver agito dopo una chiamata minatoria di Alberto Scagni al padre. Alle ore 13.30 del primo maggio l’uomo aveva telefonato al genitore dicendogli: «Fra cinque minuti io controllo il conto, se non ci sono i soldi sai stasera Gianluca e tua figlia dove sono?». Dopo la telefonata, il padre di Alice Scagni aveva deciso di chiamare il 112, ma era stato invitato a presentare denuncia il giorno dopo: sette ore più tardi il figlio Alberto avrebbe ucciso la sorella che si era rifiutata di aiutarlo economicamente. La procura ha così motivato la decisione di archiviare il fascicolo: «Non ci sono elementi per ritenere configurabili in capo agli indagati i delitti ipotizzati e, conseguentemente, per sostenere adeguatamente l’accusa in giudizio».
Lo sfogo dei genitori di Alice Scagni: «Abbiamo chiesto aiuto, siamo noi i colpevoli»
Con una lunga nota, i genitori della vittima si sono sfogati rispetto alla decisione della procura: «La procura di Genova ha chiesto l’archiviazione della nostra denuncia nei confronti della polizia di Stato per essere rimasta inerte alla nostra drammatica richiesta di aiuto e intervento di fronte alla follia di nostro figlio che avevamo percepito costituire un serio pericolo per noi e per l’altra nostra figlia Alice». Antonella Zarri e Graziano Scagni hanno poi aggiunto: «Poche ore dopo si consumava, il primo maggio 2022, il dramma che cancellò la nostra famiglia e le nostre vite. Siamo stati messi sotto accusa noi genitori per tutto quanto accaduto. Forse ne siamo responsabili. Ci è sembrato naturale cercare di proteggere i nostri figli e noi stessi, cercando di chiedere aiuto alle istituzioni. Nei giorni precedenti l’uccisione di Alice abbiamo tentato di contattare per oltre 60 volte il centro di salute mentale cui c’eravamo rivolti per l’impressionante progressione della malattia mentale di nostro figlio. Abbiamo più volte chiamato il 113 perché spaventati dal degenerare inesorabile della situazione. Ci è stato risposto di chiuderci in casa fino al lunedì successivo. Era domenica. La nostra famiglia non è arrivata a lunedì. Siamo noi i colpevoli?».