Alberghi a idrogeno, la sfida di una catena di hotel giapponese

La consapevolezza di dover accelerare la transizione energetica sta spingendo gli operatori privati e pubblici delle principali economie a sperimentare soluzioni innovative. In Giappone, al fine di diminuire e azzerare le emissioni di gas serra e quindi l’impatto ambientale, un albergo di Kawasaki, città di 1 milione e mezzo di abitanti alle porte di Tokyo, ha introdotto la produzione di energia elettrica da idrogeno.

Le emissioni relative all’industria alberghiera giapponese sono tra il 5 e il 10 per cento del totale

Il Giappone nel 2022 ha prodotto 1,17 miliardi di tonnellate di CO2 secondo dati del ministero dell’Industria. Di queste, circa 200 milioni di tonnellate, pari al 17,7 per cento, sono prodotte da edifici a uso commerciale che comprendono più di 550 mila ristoranti e 52 mila alberghi. Pur non essendo disponibili dati specifici relativi all’industria alberghiera, Japan NRG, una società di consulenza e ricerca specializzata in energia e politiche energetiche, stima che le emissioni del settore oscillino tra il 5 ed il 10 per cento del totale.

Alberghi a idrogeno, la sfida di una catena di hotel giapponese
L’albergo della catena Tokyiu Hotels.

Il Tokyu Hotels di Kawasaki genera il 30 per cento del proprio fabbisogno usando idrogeno

Già nel 2018 il gruppo alberghiero Tokyu Hotels diede il via a un progetto sperimentale per produrre energia elettrica utilizzando idrogeno. L’albergo, uno dei primi in Giappone a essere carbon neutral e a produrre tutta l’energia che consuma da fonti rinnovabili, genera il 30 per cento del proprio fabbisogno energetico usando idrogeno ricavato da rifiuti plastici mentre il rimanente 70 per cento è prodotto usando scarti alimentari. Nella primavera del 2022 la catena ha concluso la parte sperimentale del progetto, in parte finanziato dal ministero dell’Ambiente, e dalla seconda metà del 2023 ha ripreso la produzione di energia con un impianto di ultima generazione che, come confermato a Lettera43 dall’ufficio stampa della struttura, «dovrebbe entrare a regime definitivo fra un mese o due», quindi entro la fine dell’anno. La Tokyu Hotels ha scommesso sulla maggiore sensibilità ambientale dei propri clienti e sul fatto che gli ospiti siano attratti dall’idea di pernottare in un albergo a impatto zero senza dover pagare imposte. Non solo. L’albergo ha anche realizzato al suo interno una serra idroponica dove viene coltivata insalata utilizzando lampade LED alimentate da energia prodotta con gli scarti alimentari del ristorante. Scelta che come “beneficio collaterale” ha la possibilità di avere prodotti freschi a metro zero. Ora la catena guarda avanti e intende produrre idrogeno su base commerciale, espandendo il progetto anche ad altre strutture.

La difficoltà di reperire il combustibile

L’ampliamento del progetto, pur rappresentando un importante passo avanti nella riduzione delle emissioni di CO2, ha fatto venire alla luce diverse criticità legate principalmente all’approvvigionamento della materia prima. Al netto del progetto dell’hotel che prevede l’autoproduzione, Kawasaki si trova in una zona industrializzata dove c’è ampia disponibilità di idrogeno prodotto per uso industriale, mentre in altre aree come i grandi centri urbani o località turistiche l’approvvigionamento può essere limitato o costoso a causa della distanza dai centri di produzione e distribuzione. In prospettiva, dunque, molto dipenderà dunque anche dalle politiche energetiche del governo e dalla collaborazione delle amministrazioni locali che dovranno pensare a incentivi dati gli alti costi di produzione del combustibile. Per quanto la domanda di un solo albergo sia una goccia nell’oceano dell’economia legata all’idrogeno, nota Japan NRG, l’esperimento della Tokyu Hotels a Kawasaki rappresenta un caso di studio reale importante al fine di cogliere le potenzialità dell’idea e di valutare le sfide relative all’adozione di nuove forme di energia nella vita quotidiana. Senza questi test, aggiunge Japan NRG, sarebbe difficile espandere l’adozione dell’idrogeno indipendentemente dalle politiche governative. Il fatto, comunque, che la Tokyu Hotels abbia deciso di continuare ed addirittura espandere il progetto lascia ben sperare che non si tratti solo di una trovata pubblicitaria ma di un passo concreto nella direzione di una più larga adozione delle energie alternative.

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