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Alain Elkann ospite al Festival del Viaggiatore di Asolo
A prima vista, così de botto, potrebbe sembrare una barzelletta. Invece, come spesso accade, la realtà supera la satira. Alain Elkann parteciperà in qualità di ospite al Festival del Viaggiatore, kermesse itinerante che dal 3 al 24 settembre animerà Asolo, il Lido di Venezia, Possagno e Maser (Treviso) e Bassano del Grappa (Vicenza). Lo scrittore sarà protagonista sabato 23 dell’incontro biografie in cornice che si terrà a Villa Freya, magione di dame Freya Stark, «grande viaggiatrice e scrittrice inglese (Parigi 1893-Asolo 1993) che scelse Asolo come luogo in cui ritemprarsi dopo i faticosi viaggi di esplorazione in Medio Oriente», si legge sul sito della manifestazione giunta alla sua ottava edizione. Che quest’anno tra gli ospiti vanta Adriano Galliani, Maria Grazia Cucinotta, Marino Bartoletti e Ivan Zazzaroni.
Quel treno per Foggia che ha animato il cazzeggio estivo
Niente di strano si dirà, uno scrittore di classe e di fama è sempre un richiamo per una manifestazione culturale. Specie se orgogliosamente di provincia. Non fosse che l’ultima esperienza (di cui si ha notizia) di Elkann viaggiatore è stato quel viaggio sul treno per Foggia con i giovani Lanzichenecchi pubblicato il 23 luglio scorso su Repubblica, giornale edito da suo figlio Jaki. Racconto a tratti surreale che per una buona settimana ha rianimato il cazzeggio impigrito dall’afa e dal caldo torrido su quotidiani e social. A ben vedere, però, la partecipazione di Elkann risponde perfettamente alla mission della manifestazione. Già perché «Il Festival del Viaggiatore», recita la presentazione, «è un festival di storie, di emozioni, di suggestioni. Il suo centro è il viaggiatore, mentre il viaggio può avvenire in un luogo geografico, in una dimensione interiore, in un’esperienza. Perché ogni vita è un viaggio. E ogni viaggio è una scoperta, una sfida, un cambiamento». Ed Elkann, proprio in quella carrozza di prima classe di Italo, nel suo «vestito molto stazzonato di lino blu» nonostante il caldo, ha avuto un’epifania: ha scoperto questa nuova tribù di barbari conquistatori, tutti con T-shirt, scarpe Nike, l’iPhone in mano, cuffiette, tatuaggi e nessun orologio al polso. «Viaggiatore del Festival», si legge sempre sul sito, «e? chi offre al pubblico una storia, sa coinvolgerlo e renderlo a sua volta viaggiatore. È chi sa condividere un punto di vista o una visione di presente, di passato o di futuro ed e? pronto a mettersi in discussione, o ad aggiungere al suo tragitto gli sguardi originali e diversi dei compagni di viaggio». Non si sa bene quanto lo scrittore, tra un appunto sulla Recherche e un articolo del New York Times, abbia avuto modo di mettersi in discussione. Di sicuro ha aggiunto al tragitto diversi compagni di viaggio. Chissà se qualche spettatore, magari attempato, dopo averlo ascoltato, gli chiederà di ricordare quell’esperienza. Oppure se, dopo aver attirato l’attenzione dei vicini di posto non sussurri loro: «Macché Festival! Credetemi, ho esperienza. Bisogna beccare le ragazze in spiaggia e poi la sera portarle fuori e provarci. La spiaggia è il posto più figo e sicuro per beccare».