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Al via la 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite: i temi sul tavolo
La guerra in Ucraina, ovviamente. Ma anche sviluppo sostenibile, risposte alle pandemie, denuclearizzazione, sfide climatiche del presente e del futuro. Sono tanti i temi sul tavolo della 78esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in programma a New York dal 19 al 25 settembre. Sullo sfondo anche l’emergenza migranti, che sta investendo l’Europa e in particolare l’Italia. Da Lampedusa, affiancata da Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni ha auspicato «un maggiore coinvolgimento dell’Onu». Tuttavia a livello globale le priorità sono altre: a Palazzo di vetro si parlerà anche di flussi migratori, ma soprattutto di altro.
Le assenze pesanti di Macron, Sunak, Xi Jinping e ovviamente Putin
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, principale organo politico dell’Onu, è composta dai rappresentanti dei 193 Stati membri. Per una Meloni al debutto, sono diversi i leader mondiali che salteranno l’appuntamento nel 2023, arrivato in un clima di tensione e precarietà a livello globale che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. Assenti Emmanuel Macron, Rishi Sunak e Xi Jinping, oltre ovviamente a Vladimir Putin, hanno invece risposto presente Joe Biden e Volodymyr Zelensky (che si vedranno poi alla Casa Bianca), Benjamin Netanyahu e Recep Tayyip Erdogan.
Il programma dell’Assemblea Generale di New York
“Ricostruire la fiducia e riaccendere la solidarietà globale: Accelerare l’azione sull’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile verso pace, prosperità, progresso e sostenibilità per tutti”. Questo il focus dell’Assemblea generale. Il programma prevede prima un vertice sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, poi il Climate Ambition Summit, seguito da una riunione di alto livello su prevenzione e risposta alle pandemie. Il 21 settembre sarà dedicato invece alla copertura sanitaria universale. Non esattamente le priorità dell’Ue, né del governo Meloni.
Tajani: «Il governo metterà al centro la questione migratoria»
Nel documento prodotto a luglio dal Consiglio dell’Unione europea in vista del vertice Onu, i ministri hanno riconosciuto che il mondo si trova di fronte a crisi senza precedenti, tra golpe in Africa, flop del Memorandum di Cartagine, disastri naturali. Se da una parte la Germania ha riavviato il ricollocamento dei migranti, il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha detto che «la Francia vuole aiutare l’Italia a controllare la sue frontiere per impedire alla gente di entrare». Sì, ma come? «Il governo italiano metterà al centro delle discussioni la questione migratoria al fine di individuare soluzioni condivise ed efficaci», ha twittato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
In partenza per New York per l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: il Governo metterà al centro delle discussioni la questione migratoria al fine di individuare soluzioni condivise ed efficaci. pic.twitter.com/n6meqEp9rO
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) September 17, 2023
Meloni punta a raccogliere adesioni al nebuloso Piano Mattei
Il vicepremier e ministro degli Esteri ne discuterà in vari incontri bilaterali con suoi omologhi e con vertici delle organizzazioni internazionali competenti in materia. Difficile che si arrivi a una qualche soluzione concreta. E Meloni ne è consapevole. La premier, più che altro, punta a raccogliere adesioni al nebuloso Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo, definito nel discorso d’insediamento alla Camera «un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione europea e nazioni africane», concepito «anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana».
Zelensky alle Nazioni Unite per convincere il Sud del mondo
Leader latinoamericani, asiatici e africani: stringerà diverse mani a New York Zelensky, nel tentativo di convincere il maggior numero di Paesi a schierarsi con l’Ucraina contro la Russia. Soprattutto in Africa, dove molte nazioni sono filorusse senza farne mistero. Alcuni governi hanno mantenuto i legami economici o militari con Mosca, non aderendo alle sanzioni. Il presidente ucraino lavorerà per convincere i più indecisi. Lo stesso farà il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov. «A Washington c’è una dittatura e l’Europa è soggiogata», aveva tuonato nel 2022 da Palazzo di vetro, parlando di «russofobia ufficiale a livelli grotteschi mai visti». La guerra in Ucraina sarà dunque il tema centrale dell’Assemblea. Poi, come detto, Zelensky si recherà alla Casa Bianca da Biden, per chiedere nuove e più potenti forniture militari, e al Congresso Usa per assicurarsi un sostegno bipartisan.
Biden al lavoro per un grande accordo di pace in Medio Oriente
Con un occhio all’Ucraina, gli Stati Uniti stanno poi lavorando a un grande accordo di pace che includa la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e Arabia Saudita. Biden, che al G20 di Nuova Delhi ha incontrato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, dovrebbe tenere un bilaterale con il primo ministro israeliano Netanyahu. Nonostante l’attenzione massima all’area dell’Asia-Pacifico, la Casa Bianca cercherà di dimostrare di sapersi ancora muovere su diversi tavoli, compreso quello mediorientale.
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Xi ha scelto di mandare il suo vice anziché il ministro degli Esteri
A proposito di Asia-Pacifico, al G20 il primo ministro cinese Li Qiang ha esortato i Paesi europei a non allontanarsi da Pechino. L’economia del Dragone vacilla e ora per Pechino è fondamentale non perdere posizioni. È probabile che la Repubblica Popolare provi a ribadire il concetto anche all’Assemblea delle Nazioni Unite, nel tentativo di mettersi di traverso nello storico rapporto euro-atlantico. A New York però non si presenterà il ministro degli Esteri Wang Yi, in visita in Russia fino al 21 settembre per colloqui sulla sicurezza: Xi come suo rappresentante all’Onu ha scelto il vicepresidente Han Zheng, che finora non ha mai avuto incarichi di questa portata, limitandosi ai cerimoniali.
L’Unicef avverte: lontani gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del 2030
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sta cercando di convincere i 193 membri delle Nazioni Unite a concentrarsi maggiormente sulle sfide planetarie a lungo termine, come il cambiamento climatico, la lotta alla povertà e le interruzioni delle forniture alimentari causate dal conflitto in Ucraina. Ma, mentre le grandi potenze sono impegnate a farsi la guerra (anche se indirettamente), la sua battaglia sta avendo scarso successo. E questo preoccupa non poco i Paesi più poveri. Secondo un nuovo rapporto dell’Unicef, a metà del percorso per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del 2030, per due terzi degli indicatori relativi ai bambini i traguardi prefissati sono ancora lontani. Di questo passo, solo 60 Paesi avranno raggiunto i loro obiettivi, lasciando indietro circa 1,9 miliardi di minori in 140 Stati. C’è da fare, parecchio. Sperando in una congiuntura internazionale migliore, intanto è stato rinviato al 2024 il Summit of the Future, che avrà l’ambizioso obiettivo di codificare la “Our Common Agenda”, progetto per la riforma delle Nazioni Unite che tracciare la strada per i prossimi 25 anni.