Afghanistan, le donne piangono la chiusura dei saloni di bellezza

Ad agosto in Afghanistan chiuderanno centri di bellezza e parrucchieri per donne. Lo scorso 2 luglio infatti i talebani avevano ordinato la chiusura di tutti i saloni, lasciando un mese di tempo ai gestori per organizzare la cessione delle attività. Circa 60 mila persone perderanno il lavoro, ma l’impatto maggiore si ripercuoterà sulle libertà e sull’indipendenza delle afgane. «Per noi, sono più che semplici luoghi per truccarsi», hanno spiegato alla Bbc tre ragazze, i cui nomi sono stati cambiati per proteggerne l’identità. «Hanno nascosto i dispiaceri, dandoci energia e speranza. Ci hanno ridato la vita». È solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di restrizioni che ha già vietato loro l’accesso ad aule universitarie, parchi pubblici e palestre.

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Nei centri di bellezza dell’Afghanistan le donne confessavano insicurezze e timori

Zarmina, ragazza di 23 anni che vive a Kandahar, era proprio in un salone di bellezza quando ha udito per la prima volta l’ordine dei talebani. «È crollato il silenzio e la proprietaria è scoppiata in lacrime», ha ricordato la ragazza. «Io non riuscivo nemmeno a guardarmi allo specchio». Sebbene in città gran parte degli uomini vieti alle figlie di truccarsi e sottoporsi a trattamenti beauty, ha avuto la fortuna di frequentare i centri del suo quartiere e di stringere amicizia con altre donne del posto. «Ho convinto mio marito a concedermelo due o tre volte l’anno», ha raccontato. «Non posso però uscire di casa da sola». Oltre che luogo di svago e relax, i saloni hanno rappresentato anche un luogo per confessare insicurezze e chiedere aiuto oppure per condividere esperienze. «Oggi nessuno parla più», ha spiegato Madina, 22enne di Kabul. «Nessuno vuole rischiare di incontrare un sostenitore dei talebani».

In Afghanistan ad agosto chiuderanno estetisti e parrucchieri per donne: «Una chiacchierata bastava a farci sentire libere».
Due donne indossano l’hijab davanti a un salone di bellezza (Getty Images).

Non solo una via di fuga dalla vita quotidiana. Somaya, cittadina 27enne di Mazar-i-Sharif a Nordovest dell’Afghanistan, ha ricordato come la sua estetista l’abbia aiutata dopo un incidente domestico. Nel 2020 lo scoppio di una stufa le aveva provocato forti ustioni sul volto, tanto da farle perdere ciglia e sopracciglia. «Non riuscivo a guardarmi in faccia», ha spiegato alla Bbc. «Pensavo che tutti ridessero di me e non sono uscita per due mesi». Dopo un ciclo di 60 giorni nei saloni, però, ha ritrovato la serenità. «Ho pianto lacrime di gioia», ha raccontato la ragazza. «Mi ha ridato la vita, che ora sento di aver perso nuovamente».

Alcuni uomini accettavano di buon grado i trattamenti estetici delle mogli

Accanto a restrizioni e divieti, però, ci sono anche casi meno rigidi. Madina ha infatti raccontato di come i saloni di bellezza abbiano salvato il suo matrimonio. «Mio marito ama vedere i miei capelli in diversi colori e acconciature», ha infatti spiegato la 22enne. «Mi ha accompagnato sempre, aspettando pazientemente alla porta con orgoglio». Seppur obbligandola a indossare l’hijab per strada, in casa l’uomo le avrebbe rivolto in più occasioni complimenti per il suo stile. «Le sue parole mi fanno sentire bene». Madina sognava di diventare avvocato, prima che i talebani proibissero alle donne di frequentare le università. E non ha mai trovato lavoro.

In Afghanistan ad agosto chiuderanno estetisti e parrucchieri per donne: «Una chiacchierata bastava a farci sentire libere».
Una donna afgana al salone di bellezza prima del ritorno dei talebani (Getty Images).
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