Addio a Domenico De Masi, morto a 85 anni il sociologo dei lavoratori

È morto a 85 anni Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del lavoro presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione. Come riporta Il Fatto Quotidiano, De Masi è scomparso a seguito di una improvvisa malattia.

Il dottorato a Parigi e l’insegnamento in Italia

Nato nel 1938 a Rotello, in provincia di Campobasso, De Masi aveva frequentato il liceo a Caserta per poi laurearsi in Giurisprudenza all’Università a Perugia. Successivamente si era trasferito a Parigi per un dottorato in Sociologia del Lavoro. Rientrato dalla Francia, aveva iniziato la carriera accademica in Italia come assistente all’Università Federico II di Napoli, affiancando tale attività a quella di ricercatore all’Italsider di Bagnoli. Nel 1970 aveva accettato l’incarico di assistente presso la nuova facoltà di Scienze politiche a Cagliari, entrando a stretto contatto con figure del calibro di Luigi Berlinguer, Franco Bassanini, Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida. Torna poi a Napoli, aveva insegnato tra Orientale e Federico II, per poi approdare a Roma come docente di Sociologia presso La Sapienza, dove è stato preside della facoltà di Scienze della comunicazione.

Addio a Domenico De Masi, il sociologo dei lavoratori. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui Ozio creativo. Aveva 85 anni.
Domenico De Masi (Imagoeconomica).

Ozio creativo e non solo: i suoi libri più importanti

Come studioso, insegnante, ricercatore e consulente, l’interesse di De Masi è sempre stato rivolto alla sociologia del lavoro e delle organizzazioni, alla società postindustriale, allo sviluppo e al sottosviluppo, così come ai sistemi urbani, alla creatività, ai metodi e alle tecniche della ricerca sociale. Numerose le pubblicazioni di De Masi, tra manuali di organizzazione e di sociologia del lavoro. Tra i libri più rilevanti Il lavoratore post-industriale, Il futuro del lavoro e Ozio creativo. Durante la pandemia era stato tra i principali sostenitori del lavoro agile. A metà agosto, mentre era a Ravello, De Masi aveva scoperto di avere una malattia invasiva: i medici del policlinico Gemelli di Roma gli avevano comunicato che gli sarebbe restato poco da vivere. E così purtroppo è stato.

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