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Abodi su Jankto e sul coming out: «Non amo le ostentazioni»
Jakub Jankto torna in Italia. Il centrocampista ceco si è accordato con il Cagliari e giocherà in Serie A nella stagione 2023/2024. Nella massima lega italiana ha già vestito le maglie di Udinese e Sampdoria, prima del passaggio al Getafe e poi allo Sparta Praga (fino alla sospensione in aprile, dopo un incidente). Ma soprattutto prima del coming out dello scorso febbraio, quando è diventato il primo calciatore in un campionato europeo ad aver apertamente dichiarato la propria omosessualità. Un fatto che ancora oggi, a distanza di cinque mesi, tiene banco. Soprattutto perché al ministro dello Sport Andrea Abodi, durante la trasmissione 24 Mattino su Radio 24, è stato chiesto cosa ne pensasse. Lui ha risposto: «Non amo le ostentazioni». E così una questione personale è diventata un caso politico.
Abodi: «Non amo le ostentazioni»
Al ministro è stato chiesto cosa ne pensasse dell’annuncio di Jankto di cinque mesi fa. Abodi ha spiegato: «La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali». Poi il passaggio criticato: «Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui». Tanto è bastato a scatenare il dibattito sui social.
Pirondini: «Mostri rispetto». Lui replica e scivola ancora
Tra i primi ad attaccarlo c’è stato Luca Pirondini, il capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Cultura e sport al Senato: «Oggi il ministro dello sport Abodi ci fa sapere che quella del calciatore Jankto, che ha rivelato tempo fa la propria omosessualità e di voler vivere liberamente come tutti, sarebbe una “ostentazione” che lui non ama. Da quando dichiarare il proprio orientamento sessuale significa ostentare qualcosa? Non pensa Abodi che un mondo con grandi sacche di omofobia come quello del calcio avrebbe bisogno di ben altri messaggi rispetto a questo? Ci faccia capire meglio cosa intendeva e soprattutto cerchi di mostrare rispetto per le persone come il suo ruolo da ministro gli imporrebbe». E rispondendo, il ministro inasprisce la polemica: «A esser corretti ho risposto dicendo: per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?».