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A tre settimane dal golpe, il Niger si prepara all’intervento dell’Ecowas
A tre settimane dal colpo di Stato che in Niger ha deposto il presidente Mohamed Bazoum, a Niamey i sostenitori dei golpisti hanno chiesto il reclutamento di massa di volontari per assistere l’esercito di fronte alla crescente minaccia da parte dell’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, pronta a intervenire per ripristinare l’ordine nel Paese. «È un’eventualità. Dobbiamo essere pronti», ha detto all’Associated Press Amsarou Bako, uno dei fondatori del gruppo Volontari per la Difesa del Niger.

I Volontari per la Difesa del Niger pronti a combattere per la giunta militare
I Volontari per la Difesa del Niger sono pronti a combattere, assistere con cure mediche e fornire logistica tecnica e ingegneristica, nel caso in cui la giunta militare abbia bisogno di aiuto, fanno sapere i promotori. Bako ha spiegato che il reclutamento è aperto a chiunque abbia compiuto 18 anni e che la giunta militare, sebbene a conoscenza dell’iniziativa, non è stata coinvolta nella campagna che dovrebbe scattare sabato 19 agosto a Niamey e nelle città vicine ai confini con Nigeria e Benin. È qui che potrebbero attaccare le forze della Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, i cui vertici della Difesa si sono riuniti ad Accra, in Ghana, per valutare la possibilità di dispiegare forze armate nella Repubblica del Niger.

Tutti gli appelli caduti nel vuoto: l’Ecowas si riunisce per pianificare l’attacco
I capi di stato maggiore dell’Ecowas si incontrano giovedì 17 e venerdì 18: la riunione, che inizialmente doveva tenersi sabato 12 agosto, era stata rinviata. Ma nel frattempo niente è cambiato. Appena dopo il golpe del 26 luglio, l’organizzazione aveva comunicato di essere pronto a intervenire «con ogni mezzo necessario, compreso un intervento armato» per ristabilire l’ordine democratico. Aveva poi proceduto alla chiusura di tutti i confini con il Paese, vietato i voli commerciali nello spazio aereo del Niger e varato sanzioni nei confronti della giunta militare guidata da Abdourahamane Tchiani. Ogni appello ai golpisti è però caduto nel vuoto. Scaduto anche l’ultimatum, lo scontro per mettere fine allo stallo si fa sempre più probabile, nonostante tiepidi segnali di voler risolvere pacificamente la crisi, lanciati da ambo le parti. Non è però chiaro se e come le truppe Ecowas interverranno. Secondo gli esperti una forza composta da migliaia di soldati provenienti da Nigeria, Costa d’Avorio, Senegal e Benin potrebbe impiegare settimane o mesi per prepararsi a entrare in azione. E nel frattempo la giunta golpista, intenzionata processare Bazoum per alto tradimento, potrebbe rafforzare il suo potere in Niger.

Dalla parte dei golpisti Mali, Burkina Faso e Guinea (oltre alla Russia)
I golpisti hanno il supporto di Mali, Burkina Faso e Guinea. E, a inizio settimana, il primo ministro del Niger nominato dalla giunta, Ali Mahaman Lamine Zeine, ha visitato il vicino Ciad dove ha incontrato il presidente Mahamat Idriss Déby, per cercare sostegno. Intanto, pur sospendendo temporaneamente il Niger da tutte le sue attività, l’Unione Africana (organizzazione internazionale e area di libero scambio comprendente tutti gli Stati del continente) si è dissociata dal possibile intervento militare nel Paese da parte dell’Ecowas. In tutto questo, i mercenari della Wagner, per bocca del fondatore Yevgeny Prigozhin, si sono detti disponibili a intervenire a favore dei golpisti che hanno chiesto aiuto in vista di un eventuale intervento armato.