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A Cesena un educatore di un centro estivo allontanato perché gay: la parrocchia annulla tutto
A Cesena, in Emilia-Romagna, i cittadini fanno i conti con la storia di un centro estivo parrocchiale annullato, dopo che il sacerdote ha deciso che l’unico organizzatore maggiorenne non era adatto poiché gay. La vicenda risale ai giorni scorsi e ha generato non poche polemiche, dopo l’articolo del Corriere Romagna che l’ha raccontata. Tutto è partito da una semplice foto pubblicata dal giovane sul proprio profilo Instagram, mentre baciava un altro ragazzo. E il protagonista del post è stato poi richiamato dal parroco che lo ha definito «inadatto». Al ragazzo è stato detto che avrebbe potuto organizzare le attività, senza però poter fare l’educatore. Lui ha risposto ritirandosi del tutto e, essendo lui l’unico con più di 18 anni, è saltato l’intero centro estivo.
Il sindaco di Cesena: «Pensavo che il Medioevo fosse alle spalle»
Si tratta di una vicenda grave che è stata commentata anche dal sindaco di Cesena, Enzo Lattuca. Su Facebook il primo cittadino ha scritto: «Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo». Repubblica riporta le parole del sindaco che parla di «un pregiudizio vomitevole e intollerabile il pensiero che un educatore non sia adatto a stare vicino ai bambini perché omosessuale, una cosa forse di 50 anni fa». Lattuca insiste: «Questo ragazzo mi è stato descritto come una vera colonna portante della parrocchia, un persona conosciuta e impegnata, non un esterno di cui si sapeva poco. Tra l’altro ci sono educatori dichiaratamente omosessuali che lavorano nelle scuole paritarie di Cesena, quindi la decisione presa da questo punto di vista davvero non si capisce, perché non è un orientamento generale della Chiesa».
L’amarezza di Lattuca: «Rammarica che ancora oggi succeda una cosa simile»
Lattuca poi conclude: «Il fatto che sia stato annullato il centro estivo non è un problema dal punto di vista organizzativo delle famiglie. Le proposte nel nostro Comune sono tantissime, sia pubbliche che legate alle parrocchie, trovare un’alternativa per i bambini non è un problema in nessun modo. Ma quello che deve rammaricare i cittadini di Cesena è che ancora oggi, nella nostra città che credevamo tutti evoluta e accogliente, possa succedere una cosa simile. Questo pregiudizio fuori dalla realtà non può in nessun caso essere accettato dalla nostra comunità».