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Oltre 10 mila morti palestinesi, le agenzie Onu chiedono il cessate il fuoco umanitario a Gaza
Secondo i nuovi dati diffusi dalle autorità sanitarie controllate da Hamas oltre 10 mila palestinesi, di cui 4.104 bambini, sono stati uccisi negli attacchi israeliani cominciati il 7 ottobre. Intanto le principali agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e alcune Ong internazionali – dall’Oms all’Unicef fino a Save the Children – hanno chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza, definendo in una dichiarazione congiunta la situazione «inaccettabile». «Un’intera popolazione è assediata e sotto attacco», si legge nel comunicato, «le viene negato l’accesso ai beni essenziali per la sopravvivenza, le case, i rifugi, gli ospedali e i luoghi di culto vengono bombardati. Questo è inaccettabile».
L’esercito israeliano circonda Gaza City, razzi dal Libano
Sul campo, continua l’offensiva a tenaglia israeliana. L’esercito ha annunciato domenica sera di aver circondato Gaza City e di aver diviso in due la Striscia. Sempre secondo quanto dichiarato dall’Idf sono stati colpiti 450 obiettivi di Hamas e nei raid è stato ucciso Jamal Mussa ritenuto il responsabile delle operazioni di sicurezza speciali dell’organizzazione.
Razzi dal Libano, due fregate della Marina militare italiana davanti Gaza
Sul fronte settentrionale, l’esercito di Tel Aviv ha risposto al lancio di almeno 16 di razzi dal Libano. Oltre ai sottomarini nucleari Usa dispiegati come deterrente nel Mediterraneo orientale.
L’Ue porta a 100 milioni gli aiuti per la Striscia
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’Ue sta aumentando i suoi aiuti umanitari a Gaza di altri 25 milioni di euro, portandoli a 100 milioni. Josep Borrell, responsabile della politica estera dell’Ue, lunedì mattina ha ricordato che la crisi in Medio Oriente è «il risultato di un fallimento politico e morale collettivo» dovuto a «una reale mancanza di volontà di risolvere il problema israelo-palestinese».
Blinken: al lavoro per assicurare pause umanitarie a Gaza
Sul piano diplomatico, lasciando Ankara dove ha incontrato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha assicurato si essere al lavoro «su tutti i fronti per delle pause umanitarie» a Gaza aggiungendo però che «servono anche progressi sugli ostaggi. Sono convinto che possiamo fare ancora molto e che ci sono delle speranze per il rilascio».