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Gullit denunciato dai figli 30enni: «Non ci mantiene da sei anni»
L’ex stella del Milan Ruud Gullit è stato denunciato dai figli per mancato mantenimento. I ragazzi, Quincy Georges e Cheyenne Dil, rispettivamente di 32 e 29 anni e nati dalla relazione del calciatore con la sua ex moglie Cristina Pensa, hanno accusato il padre di non corrispondere loro denaro da circa sei anni. Stando alla denuncia presentata alla procura di Vibo Valentia il 31 ottobre 2023, si tratterebbe di un debito totale di 500 mila euro.
Dopo la separazione doveva corrispondere un assegno mensile di 8 milioni di lire
A seguito della separazione dei genitori, avvenuta nel 2000, i figli erano stati affidati dal giudice alla madre, con l’ex calciatore chiamato a corrispondere un assegno di mantenimento di mensile di 8 milioni di lire dell’epoca. Il divorzio, chiesto e ottenuto da Ruud Gullit, c’è stato solo nel 2017. In quel caso il processo era stato avviato a Londra e si era concluso a Milano, nella nona sezione civile del Tribunale.

Nel passaggio da Londra a Milano, la sentenza aveva subito delle modifiche. I giudici meneghini, il 24 maggio 2010, avevano disposto che Ruud Gullit corrispondesse all’ex moglie la cifra di 7.200 euro al mese per il mantenimento dei figli. Questi soldi, tuttavia, non sarebbero mai stati corrisposti dall’ex calciatore olandese, malgrado nel 2017 abbia sottoscritto un accordo per regolare il debito pregresso con Cristina Pensa.
I figli: «Nostro padre si è completamente sottratto a ogni obbligo»
Nella querela presentata a Vibo Valentia si legge la versione dei figli di Gullit, Quincy Georges e Cheyenne Dil: «Nostro padre, oltre a disinteressarsi completamente di noi sotto il profilo economico, ha interrotto ogni rapporto con noi da molti anni, arrivando addirittura a non rispondere neppure a dei messaggi di auguri per le festività». Queste motivazioni avrebbero spinto i ragazzi a segnalare la situazione, «invocando un immediato intervento da parte delle Autorità». E ancora: «Nostro padre si è completamente sottratto a ogni obbligo conseguente alla natura del suo ruolo genitoriale, sia sotto il profilo materiale che morale. Ciò senza rivolgersi a un giudice al fine di rideterminare l’eventuale importo dell’assegno e pur versando nelle condizioni economiche per poter adempiere».