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Barcolana, arrestato a Trieste lo skipper di Maxi Jena
L’arresto è scattato nel pomeriggio di venerdì 6 ottobre, all’uscita dal suo albergo a Trieste, quando lo skipper Milos Radonjic è stato avvicinato da alcuni agenti della questura che lo hanno identificato, sulla base di un mandato di cattura internazionale emesso il 15 settembre dal Distretto Est di New York. Come riportato dal Corriere della Sera, la segnalazione alle autorità italiane, secondo la quale Radonjic sarebbe arrivato a Trieste a bordo del suo maxi yacht da regata, è arrivata dagli Stati Uniti.
L’assenza alla Barcolana
Per l’Hsi, l’Homeland Security Investigations e le altre agenzie federali che hanno indagato su di lui, il 33enne montenegrino non è solo un forte velista ma anche «the Pirate of the Unknown», il Pirata dell’ignoto, come riportato dal quotidiano, considerato uno dei capi della Tco, un’organizzazione criminale transnazionale. A causa dell’arresto, è risultato assente all’ultima edizione della Barcolana: al timone di Maxi Jena, un racer di 24 metri, c’era infatti il fratello.
Le accuse
Lo skipper dovrà ora rispondere delle accuse per traffico di droga e riciclaggio. Secondo quanto riportato, l’inchiesta è il risultato di anni di indagini, basate anche su intercettazioni e la decrittazione dei messaggi che il gruppo si mandava attraverso applicazioni come Sky-Ecc, Signal, iMessage e Facetime. Radonjic ha respinto le accuse, affermando che non era lui la persona che stavano cercando e che si trattava sicuramente di un caso di omonimia. La Corte di appello di Trieste ha convalidato l’arresto.