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Google Maps, decine di messaggi anti-israeliani sull’app
Google Maps inondata da messaggi anti-israeliani. Presso il valico di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, martedì 24 ottobre diversi utenti dell’app di navigazione hanno segnalato la presenza di insulti a Tel Aviv e inneggiamenti alla Palestina al posto dei toponimi di città e aree naturali. «Che dio maledica la città di Gerusalemme», si legge in uno dei tanti slogan apparsi sul servizio online. «La Palestina è libera, che Dio ci perdoni», ha scritto invece un altro user. Scritti sia in arabo sia in inglese, sono probabilmente opera di un atto di vandalismo da parte di un gruppo hacker non identificato. Per agire avrebbe sfruttato una funzione di Google Maps che consente di creare punti di interessi e fornire informazioni alla community. «È una bravata», ha detto alla Cnn Ben Decker, Ceo di Memetica che analizza le minacce online. «I sistemi non sono compromessi».
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Google Maps ha disabilitato il servizio di traffico in tempo reale in Israele
Parallelamente ad Apple, anche Google intanto ha disabilitato su Maps e Waze, sua altra applicazione di navigazione, i dati sul traffico in tempo reale in Israele e all’interno della Striscia di Gaza. Chiunque infatti cerca qualsiasi informazione simile si ritrova un messaggio di errore generico. Sebbene sia possibile visualizzare ancora una stima del tempo di percorrenza per un determinato tragitto, sono spariti l’affollamento delle arterie urbane e dunque la possibilità di cercare percorsi alternativi. L’azienda, come ha sottolineato la Cnn, non ha spiegato se si tratta di una decisione personale oppure di una richiesta esplicita dell’Idf, le forze di difesa israeliane, per oscurare le operazioni via terra. Diverso invece il parere di Bloomberg che, tramite alcune fonti anonime, ha detto che potrebbe trattarsi di una misura voluta dal ministero della Difesa di Tel Aviv in vista dei prossimi raid.

Non è la prima volta che Google disabilita i dati sul traffico in tempo reale sull’app Maps. Nel febbraio 2022, nei giorni immediatamente successivi all’invasione russa, aveva fatto lo stesso in Ucraina per proteggere la popolazione. È l’esatto opposto di quanto avvenne invece due anni prima allo scoppio della pandemia, quando con le informazioni di Google Maps si poterono controllare i negozi e i locali presi d’assalto dalla popolazione per fare scorta di viveri. Utilizzando i dati anonimi ricavati dall’applicazione, il software infatti fu in grado di facilitare la gestione del flusso ed evitare assembramenti.
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