Patrick Zaki non parteciperà al Salone del Libro: il Sermig annulla l’evento

Mancano solo cinque giorni all’evento collaterale del 17 ottobre che avrebbe dovuto avere Patrick Zaki tra i protagonsti all’appuntamento di apertura del Salone del Libro di Torino, ma qualcosa è cambiato e l’incontro è stato annullato. «L’Arsenale della Pace di Torino da 40 anni è una casa sempre aperta alle tante situazioni che bussano alla porta, in dialogo con persone di ogni orientamento, cultura e religione. Con questo spirito» -si legge in una nota del Sermig – «settimane fa, avevamo accolto la richiesta del Salone del Libro di uno spazio per la presentazione dell’ultimo libro di Patrick Zaki. Le condizioni però sono cambiate. Alla luce degli avvenimenti degli ultimi giorni, crediamo non più opportuno confermare la disponibilità ad ospitare tale incontro che rischierebbe di alimentare ulteriori polemiche, divisioni e strumentalizzazioni».

L’attacco della senatrice Fdl Paola Ambrogio

La prima a chiedere l’annullamento della partecipazione del ricercatore all’evento Aspettando il Salone era stata la senatrice Paola Ambrogio, di Fratelli d’Italia, che aveva attaccato l’attivista dopo il tweet sul conflitto in Israele. «Pensare che Patrick Zaki, dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele, possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del Libro di Torino lascia sinceramente sgomenti» aveva dichiarato mercoledì 11 ottobre. Ambrogio aveva così lanciato un appello agli organizzatori: «Auspico che la direzione del Salone, di concerto con il Sermig, decida di annullare l’evento: sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale». La senatrice aveva aggiunto, come riportato dal quotidiano Repubblica, che il post di Zaki è un insieme di «frasi e posizioni che strizzano l’occhio ai fondamentalisti islamici di Hamas. I tragici eventi in corso, riportati puntualmente e fedelmente dalle cronache internazionali, non ammettono ambiguità. C’è una linea sottile ma invalicabile tra la libertà di espressione e la libertà di odiare, e Patrick Zaki l’ha ampiamente superata».

La difesa di Amnesty

Amnesty International intanto prende le difese di Zaki, e fa riferimento a una «campagna d’odio» nei confronti dell’attivista: «In questi giorni Patrick Zaki ha ripetutamente condannato le violenze contro i civili israeliani e palestinesi, come avrebbe fatto ogni persona che difende i diritti umani. Se poi, sulla sua analisi del contesto e delle cause di ciò che sta accadendo ci sono punti di vista diversi, è del tutto lecito dissentire e contestarle. Constato, tuttavia che si sta andando molto oltre» ha dichiarato il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che ha aggiunto: «Dopo aver subito una persecuzione giudiziaria per tre anni e mezzo in Egitto per aver preso la parola, ora in Italia sta subendo una campagna di odio e la parola gli viene persino tolta».

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