Israele verso l’operazione via terra a Gaza in 24-48 ore

Israele dichiara lo stato di guerra e si prepara a un conflitto di lunga durata, compresa la probabile operazione di terra a Gaza, al cui confine si sta ingrossando lo schieramento di tank. Sono queste «le significative azioni militari» votate dal Consiglio di sicurezza del governo Netanyahu che il premier aveva preannunciato a poche ore dall’attacco nemico evocando «una campagna di un’irruenza e un’ampiezza mai vista finora». A testimoniare la forza dello scontro in atto parlano le cifre: in Israele le vittime dei raid di Hamas, comprese quelle del terribile massacro del rave party israeliano alla frontiera, sono arrivate ad oltre 700. Dei circa 2500 feriti, molti sono gravi. E all’appello mancano ancora in centinaia. Tel Aviv e Gerusalemme appaiano città fantasma, con la popolazione barricata in casa dopo la pioggia di razzi di sabato 7 ottobre. Il Paese sta chiudendo: le compagnie aeree una dopo l’altra stanno cancellando i voli da e per l’aeroporto Ben Gurion. Molti turisti, non solo italiani, sono rimasti bloccati.

A Gaza oltre 400 morti

Sull’altro versante, quello di Gaza, i morti sotto gli attacchi furiosi dell’aviazione israeliana sono arrivati ad oltre 400 tra civili e miliziani, con 2300 feriti. Da sabato 7 ottobre – secondo fonti nell’enclave palestinese – l’esercito ha distrutto 13 palazzi e costretto circa 20 mila persone a lasciare le proprie abitazioni per rifugiarsi nelle scuole dell’Unrwa. Prima di qualsiasi azione di terra, l’esercito israeliano deve liquidare le sacche di resistenza al confine con la Striscia, dove sono ancora in corso scontri tra miliziani di Hamas e soldati. Per stessa ammissione del portavoce militare Danel Hagari, a 48 ore dall’attacco «le forze di Hamas rimangono in territorio israeliano». «Più di 500 obiettivi di Hamas sono stati colpiti nella notte tra da attacchi aerei e colpi di artiglieria nella Striscia di Gaza». Lo ha annunciato l’esercito israeliano: «Durante la notte, aerei da combattimento, elicotteri, aerei e artiglieria hanno colpito più di 500 obiettivi dei terroristi di Hamas e della Jihad islamica», ha affermato l’esercito in un comunicato. Gli Stati Uniti si attendono che Israele lanci un’ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali Israele avrebbe chiesto agli Stati Uniti missili per l’Iron Dome, bombe di piccolo diametro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence. Sul campo l’aviazione continua a martellare la Striscia con attacchi soprattutto nella parte nord di Gaza. Intanto la popolazione di Gaza ha cominciato a lasciare la parte nord della Striscia, quella più vicina al confine don Israele. È la stessa dichiarata dall’esercito ebraico «zona di guerra». Un altro indizio sul fatto che sarà quello il varco per l’offensiva di terra.

Oltre 100 ostaggi israeliani nelle tre fazioni armate palestinesi

Un aspetto che può ritardare l’eventuale ingresso di truppe e tank a Gaza è la presenza di oltre 100 ostaggi israeliani (tra civili e soldati, vivi e morti, uomini, donne e bambini, anche con doppia cittadinanza) nei tunnel e nelle case delle tre fazioni armate palestinesi. La loro sorte è un punto interrogativo per Israele, specie di fronte delle dure proteste dei parenti degli ostaggi, che denunciano di essere stati «abbandonati» dalle autorità. I social sono inondati di richieste di informazioni e di aiuto.Netanyahu ha nominato il generale in pensione Gal Hirsch «coordinatore per i prigionieri e i dispersi» con il compito di occuparsi della vicenda con pieni poteri, mentre l’esercito ha creato una sorta di unità di crisi per cercare di localizzarli. Nessun governo democratico al mondo può muoversi liberamente con il fardello di oltre 100 ostaggi in mano nemica. Lo Stato ebraico ha formalmente negato ogni trattativa con Hamas, sia sul conflitto sia sugli ostaggi. «Israele non sta conducendo alcun negoziato con Hamas tramite l’Egitto», hanno detto fonti ufficiali aggiungendo che «per ora» si stanno combattendo «i terroristi che sono sul suolo israeliano. Non siamo coinvolti fino ad ora in alcuna trattativa sugli ostaggi». Nel frattempo, l’Iran ha negato il suo coinvolgimento negli attacchi di Hamas e nell’invasione di Israele.

 

 

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