Piantedosi: «Ci sono le condizioni per impugnare la sentenza di Catania»

Da Imperia, dove si è tenuto il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza sull’emergenza migranti, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi fa sapere che il governo ha intenzione di impugnare la sentenza di Catania, che non ha convalidato i trattenimenti di tre migranti in quanto le misure introdotte dall’esecutivo sarebbero incompatibili con le norme Ue: «Ci sono le condizioni. Dalla lettura dell’atto siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere». La decisione era stata già criticata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Piantedosi: «Impugneremo la sentenza di Catania». Per Meloni «un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale».
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (Imagoeconomica).

Piantedosi ha definito «ottimi» i rapporti con Parigi

«Realizzeremo un Cpr in Liguria, ma non sarà a Ventimiglia», ha affermato Piantedosi nel punto stampa, smentendo che nei piani ci sia la costruzione di una struttura in città e precisando che sono previste misure compensative per i luoghi particolarmente gravati dalla presenza di migranti irregolari, come ad esempio raccolte speciali di rifiuti. E proprio a Ventimiglia, vistata in mattinata, Piantedosi è stato contestato da alcune decine di abitanti. Parlando dei rapporti con la Francia, il ministro dell’Interno ha detto: «Sono ottimi. Non penso che tutelando i suoi confini voglia ledere gli interessi dell’Italia. Negli ultimi tempi ci troviamo sulla stessa posizione. Penso che prevenendo le partenze l’Europa possa tutelare meglio i suoi confini. E se ci fosse un’adeguata prevenzione delle partenze avremmo meno problemi a Ventimiglia».

Meloni si è detta «basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania»

«Perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza», aveva scritto Meloni su Facebook, dicendosi «basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto». Dopo la sentenza del tribunale di Catania che ha dichiarato illegittimo il provvedimento del questore di Ragusa perché in contrasto con la normativa europea, il centro di trattenimento per rifugiati richiedenti asilo, appena aperto nell’area industriale Modica-Pozzallo, si è svuotato. All’interno della struttura, che può ospitare fino a 84 persone ed è attiguo al Cpr (vicino al limite della capienza), non è rimasto alcun migrante.

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