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Come la Russia recluta cittadini cubani per la guerra in Ucraina
Otto cittadini cubani reclutati da Mosca per partecipare alla guerra in Ucraina hanno raccontato a CubaNet di essere approdati in Russia grazie all’intermediazione di Vladimir Shkunov, direttore della filiale di Ul’janovsk della Società russa per l’amicizia con Cuba, nonché ricercatore leader presso l’Istituto di storia russa della regione del Volga e amministratore della pagina Facebook “Russia per i cubani”. Shkunov mantiene contatti regolari con l’ambasciata cubana nel suo Paese, cosa di cui parla apertamente sui social network. Si tratta dell’ultimo sviluppo do una vicenda, quella del reclutamento di soldati a Cuba da parte della Russia, finita già al centro delle cronache.

Il programma di reclutamento sarebbe iniziato nella seconda metà del 2022
Che cittadini cubani siano stati reclutati dall’esercito russo non è un mistero. All’inizio di settembre, infatti, il Ministero degli Interni dell’Avana ha riferito della scoperta di una rete per il reclutamento di mercenari. In 17 sono stati arrestati: tre persone avevano solo avviato le pratiche, mentre le restanti 14 persone hanno ammesso di essersi volontariamente arruolati in cambio di passaporti russi e somme di denaro. Gli uomini coinvolti, scrive CubaNet, provengono perlopiù da famiglie disfunzionali e/o hanno precedenti penali. Il programma di reclutamento, secondo quanto emerso, era già iniziato nella seconda metà del 2022, quando qualcuno usando il nome Elena Shuvalova ha iniziato a pubblicare post sui social media indirizzati ai cubani che volevano andare all’estero o che erano già in Russia. Adesso è emerso anche il coinvolgimento di Shkunov.
Il volo diretto per Mosca, il contratto firmato a Rjazan’ e poi il viaggio verso Tula
Gli otto cittadini cubani sentiti da CubaNet hanno raccontato di essere volati a Mosca nell’estate del 2023 con un volo diretto da Varadero. Atterrati all’aeroporto di Sheremetyevo, sono stati poi accolti da una donna di nome Diana, che si è presentata come cubana con radici russe: potrebbe trattarsi della già citata Elena. Praticamente nessun controllo alla dogana, tantomeno il timbro di ingresso nel Paese. Poi un viaggio in autobus fino a Rjazan’, circa 200 chilometri a sud-est di Mosca, per una rapida visita medica in una sorta di «edificio scolastico vuoto», prima della firma dei contratti con il ministero della Difesa russo. Uno degli interlocutori di CubaNet ha detto che tutti i documenti erano in russo e che la loro traduzione in spagnolo veniva fornita solo su richiesta. Successivamente, la maggior parte delle reclute è stata trasferita alla 106esima divisione aviotrasportata delle Guardie a Tula. Inizialmente reclutati per lavorare nelle retrovie, come operai edili o autisti, i cubani sarebbero stati poi impiegati in vere e proprie operazioni militari.

La posizione ondivaga dell’Avana sulla questione del mercenarismo
Secondo gli interlocutori di CubaNet, a Tula potrebbero trovarsi al momento circa 150 connazionali. «Nessuno qui vuole uccidere nessuno. E non vogliamo morire neanche noi», ha dichiarato un mercenario cubano a Politico, spiegando che il contratto firmato con la Difesa di Mosca prevedeva il pagamento una tantum di 195 mila rubli e poi uno stipendio mensile di 204 mila. Cifre che al cambio si aggirano sui 2 mila euro: numeri enormi per Cuba, dove il salario medio è di 35 dollari. L’Avana ha negato il suo coinvolgimento nella rete di reclutamento, prendendone le distanze. Il ministero degli Esteri cubano ha parlato infatti di una «rete di trafficanti» e di «nemici di Cuba» che, parole del ministro Bruno Rodriguez, «promuovono un’informazione distorta che cerca di offuscare l’immagine del Paese e presentarlo come complice di queste azioni». Successivamente, però, l’ambasciatore cubano a Mosca, Julio Antonio Garmendia Peña, ha detto che il suo governo non impedirà ai cittadini di arruolarsi nell’esercito russo e di combattere in Ucraina: «Non abbiamo nulla contro chi vuole semplicemente firmare un contratto e partecipare a questa operazione con l’esercito. Ci opponiamo però all’illegalità e a operazioni che con la legalità non hanno nulla a che fare». Secondo Politico, dopo che il ministero degli Interni ha annunciato l’avvio di un’indagine, il trasferimento dei cittadini cubani in Russia sarebbe stato sospeso.