Dai Repubblicani solo timide accuse a Trump che diserta il dibattito tv

Tutti contro tutti, ma solo quattro contro Donald Trump, grande assente. Il secondo dibattito fra gli aspiranti candidati repubblicani alla Casa Bianca andato in scena la sera del 27 settembre non ha regalato grandi spunti e nella prima ora è stato quasi noioso, fatta eccezione per gli attacchi all’ex presidente dei suoi ex alleati. A puntare per primo il dito contro Trump, ancora una volta assente dal palco, è stato Ron De Santis, per anni ritenuto il delfino del tycoon. «Dovrebbe essere qui con noi, invece è missing in action», ha detto il governatore della Florida, accusandolo di aver aggiunto al debito 7800 miliardi di dollari e di aver così preparato il terreno all’inflazione di oggi. Un assist subito incassato su X da Joe Biden.

 

L’ex governatore del New Jersey Chris Christie ha rincarato la dose, prima di Mike Pence e Nikki Haley. «Donald lo so che stai guardando, non puoi resistere. Hai paura di essere su questo palco a difendere i tuoi risultati», ha detto riproponendo  il nomignolo “Donald Duck”, ossia il poco coraggioso Paperino.

Mike Pence: «La Bidenomics è un fallimento, lui dovrebbe essere con i disoccupati»

Gli attacchi per ora non hanno scatenato Trump che ha snobbato il secondo dibattito alla Reagan Library per lanciarsi in un comizio in Michigan fra i lavoratori dell’industria dell’auto in sciopero. «Sono qui per difendere la classe lavoratrice» ha detto l’ex presidente agli operai, spiegando loro che la politica di Joe Biden per le auto elettriche non farà altro che favorire la Cina uccidendo migliaia di posti di lavoro. Lo sciopero del potente sindacato dei metalmeccanici americano è sbarcato anche al dibattito ospitato da Fox. «Biden invece che manifestare con i lavoratori, dovrebbe essere fra le fila dei disoccupati. La Bidenomics è un fallimento», ha attaccato l’ex vicepresidente Mike Pence, cavalcando in diverse occasioni la sua lunga esperienza per dipingersi come il candidato repubblicano più adatto alla presidenza e a sfidare Biden. Sul fallimento delle politica economica del presidente gli aspiranti repubblicani sono tutti d’accordo.

De Santis: «Stop assegni in bianco a Kyiv», ma gli altri tre sostengono l’Ucraina

Le differenze sostanziali sono invece emerse sul come rimediare la situazione creata da Biden, così come sull’Ucraina. «È nel nostro interesse finire questa guerra, basta assegni in bianco a Kyiv», ha tuonato De Santis. Per Nikke Haley e Pence, invece, una vittoria della Russia in Ucraina sarebbe una vittoria della Cina. Anche gli altri principali candidati in qualche modo sono a favore del sostegno a Kyiv. L’ex governatrice del South Carolina ha trascorso la prima parte del confronto televisivo nell’ombra, poi è emersa attaccando De Santis, Tim Scott e Vivek Ramaswamy. «Ogni volta che ti ascolto mi sento un po’ più stupida», ha detto Haley al giovane outsider Ramaswamy. Uno dei protagonisti del primo dibattito. Poi l’ex governatrice ha puntato il dito contro Scott per i risultati ottenuti in Senato, e si è scagliata contro De Santis. «La sicurezza energetica è sicurezza nazionale. De Santis è contrario al fracking» ha accusato Haley. Il governatore della Florida ha reagito con una risata, salvo respingere le accuse bollandole come false e ha assicurato che la sua politica energetica farà scendere immediatamente il prezzo delle benzina. I moderatori di Fox hanno cercato di mantenere l’ordine, incalzando in diverse occasioni i candidati per ottenere risposte. Fra le domande grande spazio ai temi sociali, dall’istruzione all’Obamacare, ma nessun riferimento diretto ai guai legali dell’ex presidente che, anche al termine del secondo dibattito, non sembra correre alcun pericolo nella sua corsa alla nomination.

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