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Migranti, Meloni a Scholz: «Italia stupita dai fondi della Germania alle ong»
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto al cancelliere tedesco Olaf Scholz. La premier ha voluto esprimere il proprio «stupore» per la decisione presa dalla Germania, senza coordinarsi con il governo italiano, di finanziare le ong e progetti di assistenza a terra di migranti in Italia. Si è parlato di centinaia di migliaia di euro. La premier ha scritto: «Ho appreso con stupore che il Tuo governo, in modo non coordinato con il governo italiano, avrebbe deciso di sostenere con fondi rilevanti organizzazioni non governative impegnate nell’accoglienza ai migranti irregolari sul territorio italiano e in salvataggi nel Mare Mediterraneo. Entrambe le possibilità suscitano interrogativi».

Meloni: «Con ong aumentano partenze e rischio di tragedie»
Già venerdì 22 settembre, non appena la notizia ha iniziato a fare il giro d’Europa, il governo italiano ha espresso «grande stupore». Da Palazzo Chigi è stato sottolineato che «il finanziamento da parte della Germania di attività di ong sul territorio italiano sarebbe una grave anomalia». Un concetto ribadito da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha anche aggiunto: «È ampiamente noto che la presenza in mare delle imbarcazioni delle ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare».
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Nancy Faeser: «Può aiutare solo una soluzione europea»
Dalla Germania, intanto, è stata Nancy Faeser a commentare. Il ministro dell’Interno tedesco, nella serata del 24 settembre durante un dibattito, ha spiegato che sui migranti, secondo lei, «l’unica cosa veramente in grado di aiutare è una soluzione europea». E anche la ministra degli Esteri Annalena Baerbock, in un’intervista a Deutschlandfunk, ha dichiarato che serve «una normativa comune in materia di asilo e rifugiati perché le persone si distribuiscano alla fine in Europa in modo ordinato».