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Università, tornano le tende contro il caro affitti: «Uno studente su tre non può pagare la stanza»
A Milano sono già tornate, a Roma si ripartirà dal 25 settembre a La Sapienza: gli studenti universitari di tanti atenei italiani si preparano a protestare nuovamente in tenda. La protesta sul caro affitti dello scorso maggio riparte in concomitanza con l’apertura dell’anno accademico. Dopo la capitale toccherà agli universitari di Bologna, Modena e Lecce. Poi gli altri atenei e infine la manifestazione del 7 ottobre, di nuovo a Roma. La scelta di manifestare nasce da quanto evidenziato dall’indagine nazionale condotta da Cgil, Unione degli universitari e Sunia: uno studente su tre non riesce a pagare una stanza.
Il dossier: il 46 per cento incappato in truffe e annunci falsi
Nel documento si parla di circa 820 mila universitari fuori sede in tutta Italia. E se uno su tre non può pagare l’affitto di una stanza, uno su due ha lamentato costi troppo alti o condizioni non all’altezza, descrivendo le case come troppo piccole o invivibili. Il dossier evidenzia anche come il 46 per cento di studenti e studentesse è incappato in truffe o annunci falsi. Il 14 per cento, invece, ha segnalato di aver trovato soltanto appartamenti per universitarie, restando fuori. E anche gli studenti stranieri hanno un problema simile: in centinaia hanno segnalato padroni di casa che li rifiutano per il Paese d’origine.

La Cgil: «Difficoltà gravi per il 29 per cento»
La segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, ha commentato: «Il caro vita sta colpendo duro. Gli universitari sono una delle categorie in maggiore difficoltà economica. La spesa più consistente è sicuramente quella dell’alloggio, che di conseguenza erode risorse a migliaia di famiglie. Secondo i dati preliminari in nostro possesso, il 29 per cento degli universitari è in grave difficoltà nel pagare affitto e bollette. C’è bisogno di un intervento economico urgente».
La denuncia del Sunia: «Troppi affitti in nero»
A denunciarlo è anche il segretario generale del Sunia, Stefano Chiappelli, che ha sottolineato come «il diritto alla casa e il diritto allo studio» siano «continuamente violati». Poi ha spiegato: «A preoccuparci è anche il numero di affitti in nero, troppi sembrano dichiarare di non avere un contratto regolare, e quasi il 40 per cento degli studenti lo accetterebbe pur di risparmiare qualcosa. È evidente che lo studente è la parte debole del rapporto contrattuale e deve essere maggiormente tutelato dai soprusi e dalle speculazioni di un mercato locatizio fuori controllo».

L’Udu: «Investire in residenze universitarie pubbliche»
La coordinatrice dell’Udu Camilla Piredda ha rincarato la dose: «Stiamo ancora raccogliendo risposte da tutta Italia da parte di studenti che non riescono a permettersi tutti i rincari. In moltissimi ci segnalano enormi difficoltà nel trovare alloggio». E l’Unione degli universitari ha parlato anche della cabina di regia a Palazzo Chigi istituita dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini: «La convocazione della cabina di regia sugli alloggi universitari seguita alla rimodulazione della quarta rata del Pnrr non risolve i problemi che abbiamo segnalato sulla condizione allarmante per gli universitari fuorisede. Il governo continua a concentrare gran parte delle risorse sugli studentati privati, finanziando camere che arrivano a costare 1000 euro al mese. Bisogna cambiare strada e investire seriamente nelle residenze universitarie pubbliche».