Se Vannacci è più rock del fondatore di Rolling Stone

Contesto che vai, generale Vannacci che trovi, verrebbe da dire, se il discorso non implicasse tutta una serie conseguenze non poco sgradevoli, specie per chi è nato e cresciuto col mito della rivista Rolling Stone. Nei fatti è successo che il 77enne Jann Wenner, che della Bibbia del Rock’n’roll è stato fondatore ormai 56 anni fa, anno del Signore 1967, ha da poco avuto modo di lasciarsi andare a tutta una serie di commenti che, appunto, sembrano usciti pari pari da Il mondo al contrario, best seller del graduato più famoso al momento in Italia, ruolo fino a luglio di colui che ha gestito i vaccini sotto Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Se Vannacci è più rock del fondatore di Rolling Stone
Jann Wenner (Getty).

Wenner ha escluso donne e afroamericani dal suo best of 

ntervistato dal New York Times riguardo la pubblicazione del best of delle sue interviste, pubblicate in tutti questi anni sulle colonne di Rolling Stone (titolo dell’opera, un filo auto-celebrativa, The masters), il nostro si è sentito chiedere ragione dell’assenza tra gli intervistati – tutti nomi giganteschi, da Jerry Garcia fu dei Grateful Dead, al suo sodale Bob Dylan, passando per John Lennon, Mick Jagger, Bruce Springsteen, Bono e tanti altri – sia di artiste donne sia di artisti afroamericani. Una domanda anche piuttosto scontata, vista l’epoca nella quale viviamo, e proprio perché così scontata ancora più curiosa, perché ci sarà pure un motivo serio per questa anomalia, vista l’attenzione che oggi si riserva a chi tendenzialmente viene discriminato. Domanda cui Jann Wenner ha risposto, però, manco fosse un Lester Bangs – che di Rolling Stone, ma decisamente più del magazine antagonista Creem, fu firma epocale, noto per il suo stile tranchant e corrosivo -, dicendo che nessuna donna o artista afroamericano era abbastanza rilevante da poter ambire a finire tra le pagine del suo libro, parola più parola meno.

Ridimensionate Joni Mitchell, Janis Joplin e Grace Slick

Non pago, ha aggiunto qualche frasetta andando più in profondità (si fa per dire) sottolineando come Joni Mitchell non fosse esattamente una filosofa, o Janis Joplin e Grace Slick, cantante dei Jefferson Airplane, band storica del Flower Power, non erano in grado di tenere discussioni profonde. Come del resto Marvin Gaye o Curtis Mayfield non si potevano certo considerare come maestri, perché mai sarebbero dovuti finire in un tale elenco di nomi così altisonanti: del resto il titolo del libro gioca sul termine Master, intendendo sia maestro sia il master nel senso di registrazione, termine alla base della discografia.

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Janis Joplin (Getty).

Rimozione immediata dal cda della Rock ‘n’ Roll Hall of Fame

Diciamo che il politicamente corretto, almeno per qualche minuto, non è stato il fil rouge dell’intervista al giornalista ed editore che, di colpo, è finito nell’occhio del ciclone, accusato di razzismo e sessismo un po’ da tutte le parti. Accuse che hanno immediatamente comportato l’esclusione di Wenner dal consiglio di amministrazione della Rock ‘n’ Roll Hall of Fame: in questo gli americani, va detto, sono di una velocità quasi impressionante. Una decisione che ha portato, vedi alla voce causa e effetto, a una forma di ostracismo immediato tipica dei nostri tempi. Così Wenner è stato costretto a cospargersi il capo di cenere, lì a frignare neanche fosse Chiara Ferragni nei camerini dell’Ariston per le parole incautamente pronunciate: parole, a suo dire, svilenti nei confronti dei geni neri e donne che tanto hanno fatto per la musica.

Vannacci dopo un libro omofobo, razzista e sessista è ancora lì

Parole che però sono risultate intempestive: magari non sarà dannazione eterna, ma almeno qualche tempo in purgatorio Jann se lo farà tutto. E qui torniamo a Vannacci, che invece, stando alle sue prime apparizioni pubbliche, sembra non arretrare di un centimetro rispetto le sue tante dichiarazioni omofobe (i gay non sono normali), razziste, sessiste e chi più né ha più ne metta. Lui, del resto, non è stato rimosso dall’esercito, come inizialmente le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbero potuto lasciar pensare (il numero due di Fratelli d’Italia parlava di frasi farneticanti e di imminenti provvedimenti). Per Vannacci insomma la perdita della direzione dell’Istituto geografico militare di Firenze non è esattamente una punizione esemplare.

Se Vannacci è più rock del fondatore di Rolling Stone
Roberto Vannacci e il suo libro (Imagoeconomica).

Il generale è più rock’n’roll di chi nel rock’n’roll ci ha campato una vita

Che in questo Vannacci risulti molto più rock’n’roll di chi nel rock’n’roll ci ha campato una vita, fondando la Bibbia del genere, suona quantomeno bislacco, quasi che lo spirito punk del Cbgb’s lo avesse di colpo posseduto portandolo a sfidare il comune sentire, per altro nascondendosi dietro uno sbandierato “buon senso”. Un piccolo consiglio proprio agli altri titolati che siedono al tavolo della Rock’n’roll Hall of Fame, a Cleaveland: non fatevi ingannare dalla pettinatura ordinata e dalla divisa militare, se cercate un nome in grado di sostituire degnamente Jann Wenner, beh, Roberto Vannacci potrebbe fare al caso vostro. Certo, lui di rock non parla mai nel suo libro – Best seller, si dice, da oltre 200 mila copie che proprio questa settimana approda in libreria -, ma la Bibbia-Bibbia, non quella del rock’n’roll, la cita spesso e a sproposito e quando si tratta di andare sopra le righe come i veri artisti. Al momento sembra non avere eguali: dopo Captain Beefheart e il Colonnello Parker potrebbe essere davvero la volta di un generale, suvvia.

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