Venezia, il comandante della Polizia locale denuncia molestie alla festa di Armani

Il comandante della polizia locale di Venezia Marco Agostini ha raccontato di aver subito molestie durante la festa di Giorgio Armani all’Arsenale. Lo ha raccontato lui stesso in un post su Facebook, poi rimosso, nel quale ha dichiarato di essere stato «palpeggiato sul sedere più volte». L’autore della molestia sarebbe stato un giovane presente all’evento organizzato subito dopo la sfilata di moda One Night Only.

«Non ho fatto una piazzata solo per rispetto della divisa»

«Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando le palpano il sedere». Con queste parole il comandante ha reso pubblico il gesto subito, per poi aggiungere di essersi allontanato velocemente dall’evento «sempre mantenendo il sorriso sulle labbra». E di non aver «fatto una piazzata» solo per rispetto della divisa che indossa, anche se la tentazione è stata forte. Poche ore dopo la pubblicazione, il post è stato cancellato e Agostini non ha più scritto nulla in merito alla vicenda. Ma, raggiunto telefonicamente dal Gazzettino, ha aggiunto dei dettagli spiegando meglio l’accaduto: «È stato durante il cocktail, ero con il sindaco e altri, stavamo parlando, tutt’attorno la calca era notevole quando a un certo punto mi hanno palpato il sedere». Il comandante era tra gli invitati alla sfilata di Giorgio Armani all’Arsenale insieme con il primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro e l’assessore Simone Venturini. La prima parte della serata è proceduta senza intoppi: i posti alla Tesa numero 89 erano assegnati e il pubblico selezionatissimo. La seconda parte, invece, si è svolta nella Tesa 91 dove era stato allestito il bancone bar, la consolle per la musica, alcuni divanetti e finger food. Con 700 ospiti la ressa è stata inevitabile, ed è stato in questo frangente che sono avvenute le molestie.

«L’ho scritto sui social per solidarizzare con le donne»

«La prima volta ho fatto finta di niente, pensavo a un errore», ha dichiarato. Ma poi ce ne sono state altre, cinque in tutto. Tutte opera della stessa persona, «un ragazzetto, un ventenne». Agostini ha dunque scelto di non intervenire e allontanarsi senza dare spiegazioni. «Stavo parlando con il sindaco e altre persone, ma non potevo tollerare altro e non volevo fare scenate, quindi non restava che andarsene». Una volta a casa l’ha scritto sui social «per esprimere solidarietà alle donne, perché ho capito cosa prova una donna quando viene molestata».

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