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Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida
Si allarga di giorno in giorno la platea dei candidati per le suppletive di Monza per il seggio al Senato che fu di Silvio Berlusconi. Del resto in palio c’è una poltrona pesante: si tratta del feudo elettorale del Cav, che l’ex premier aveva riconquistato, 10 anni dopo la decadenza ai sensi della Legge Severino, nel settembre 2022 con il 50 percento dei consensi. I fari dunque sono puntati sulla sfida brianzola e Monza diventa un laboratorio politico per nuove e più strutturate strategie in vista delle Europee di giugno 2024.
Galliani, l’erede naturale del Cav
Il front-runner è Adriano Galliani. Il quale è stato chiamato dal centrodestra al ruolo di candidato unico per tornare in Senato dopo la scelta di non ricandidarsi alle elezioni del 2022. Forza Italia punta così a mantenere gli equilibri del partito e l’appoggio della famiglia Berlusconi schierando un uomo-simbolo capace di incarnare al meglio la continuità con il fondatore. Galliani, 79 anni compiuti a luglio, monzese di nascita, ha rappresentato per decenni l’alter ego di Berlusconi al Milan come amministratore delegato dal 1986 al 2017. Il suo rapporto umano e professionale con il Cav iniziò nel 1979, quando diventò suo socio nell’Elettronica Industriale oggi di proprietà di Mediaset che diede al Cavaliere l’accesso a ripetitori in grado di portare i segnali di Canale 5 in tutta Italia. Il manager forte di 29 trofei vinti coi rossoneri ha poi presieduto dal 2017 al 2019 Mediaset Premium, è stato senatore di Forza Italia dal 2018 al 2022 e, nell’ultima fase della vita di B, è tornato al mondo del calcio come ad del Monza portando i biancorossi dalla Serie C alla Serie A.

Cappato, l’outsider che sfida le opposizioni
Partito Democratico e Movimento 5 stelle non hanno ancora scelto un candidato da opporgli e sono stati bruciati, sul fronte progressista, dalla discesa in campo dell’ex eurodeputato radicale Marco Cappato. Il cui comitato è già attivo e sta tappezzando Monza e i comuni limitrofi di manifesti. A sostenere la sua corsa Eumans, +Europa, Sinistra Italiana, Europa Verde, Psi, Volt e Base Italia, tutte formazioni liberaldemocratiche, ecologiste e progressiste. Dalla sua parte anche Carlo Calenda, una scelta che però ha rischiato di spaccare Azione e ha suscitato l’opposizione delle ex forziste Mariastella Gelmini e Mara Carfagna la quale a fine luglio definiva al Giornale la candidatura di Cappato «complicata». E questo perché «sui temi etici rappresenta posizioni che dividono il suo stesso partito, figuriamoci l’ala liberale e moderata». Nel Pd tendere la mano a Cappato può creare malumori tra la segretaria Elly Schlein e la componente centrista. E lo stesso vale per i pentastellati: Giuseppe Conte che si è sempre definito di stampo cattolico-democratico, potrà sostenere un candidato laicista e vicino a una cultura liberista come Cappato? Certo è che la possibilità di battere l’uomo di Berlusconi a casa sua e appropriarsi del seggio che fu del Cavaliere fa gola a molti.

Cateno De Luca in cerca di un palcoscenico nazionale
Chi userà Monza per testare la sua forza è Cateno De Luca. Il sindaco di Taormina ed ex sindaco di Messina intende misurare il peso nazionale del movimento Sud chiama Nord. Il partito di De Luca ha strappato due collegi uninominali nel Messinese alle ultime Politiche e “Scateno” mira a valorizzarsi come figura nazionale per poter dire la sua nel riallineamento del centro in vista delle prossime Europee. De Luca non ha risparmiato nessuno: Cappato avrebbe inventato di essere spiato dai servizi segreti per attirare l’attenzione e Galliani è un «ottimo imprenditore, ma mai visto in Senato». Cinquantuno anni, piglio da sceriffo, tende la mano a Matteo Renzi che su Cappato aveva avanzato qualche riserva: «È capace di grande battaglie, non sempre le condivido, dobbiamo però capire se l’obiettivo è vincere o partecipare», aveva messo in guardia il leader di Iv a inizio agosto. «Vogliamo prendere i like o fare il risultato?». Ora De Luca, dopo aver rifiutato un accordo con Renzi alle scorse Politiche, potrebbe tornare a trattare con una visibilità e un peso maggiori. Remote le possibilità di conquistare il seggio, “Scateno” userà le suppletive come palcoscenico nazionale.

La carica degli anti-sistema: Di Modugno, Daniele Giovanardi e Lillo Musso
Completano la corsa tre candidati antisistema, a cui non si aggiungerà a causa del declino dell’offerta di Forza Nuova il generale Roberto Vannacci. Il Partito Comunista Italiano schiera il suo esponente locale di spicco Domenico Di Modugno, 67 anni di Nova Milanese, distintosi un anno fa per aver apprezzato le controverse parole di Berlusconi su Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky alla vigilia della nascita del governo Meloni. Ad agosto su Facebook ha scritto di voler combattere il governo Meloni che è «al servizio di Biden e di tutti quelli che sostengono l’intervento dell’Italia in Ucraina». L’ultima personalità in campo è il controverso medico Daniele Giovanardi, fratello dell’ex deputato Carlo, sostenuto da Democrazia Sovrana e Popolare, la lista guidata da Marco Rizzo che raggruppa una variegata galassia anti-sistema con sfumature complottiste. Il 73enne, sospeso ai tempi della pandemia dal servizio perché non vaccinato, già candidato con Italia Sovrana e Popolare nel 2022 contro “euro e dittatura sanitaria”, oggi è al centro del progetto politico che si focalizza sull’opposizione alla Nato e sulla riconquista della sovranità nazionale.

Infine Forza del Popolo candida il suo segretario nazionale, Lillo Massimiliano Musso, avvocato e leader nazionale del fronte novax e sovranista. Sarà perché sono destinate a eleggere il successore di Berlusconi in Senato, ma le suppletive di Monza si stanno rivelando un casting degno di un reality show.