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Taiwan, il fondatore di Foxconn si candiderà alle presidenziali 2024
Terry Gou, il fondatore dell’azienda dei microprocessori Foxconn (che rifornisce tra gli altri anche Apple e Amazon), si candiderà da indipendente alle elezioni presidenziali di gennaio 2024. In una conferenza stampa di lunedì 28 agosto, ha infatti annunciato «l’inizio dell’era di dominio degli imprenditori». Si tratta del suo secondo tentativo dopo il 2019, quando uscì però sconfitto dalle primarie del Partito nazionalista. «Datemi quattro anni e ne porterò 50 di pace nello stretto, costruendo le basi per una fiducia reciproca con la Cina», ha spiegato l’imprenditore. Pur non sostenendo la riunificazione con Pechino, ritiene necessario mantenere rapporti amichevoli e stretti con la Repubblica Popolare, al fine di tutelare la popolazione. «Non permetterò che Taiwan diventi la nuova Ucraina», ha concluso Gou. Per formalizzare la sua candidatura alle presidenziali 2024 dovrà ora raccogliere 290 mila firme entro il 2 novembre. La Commissione elettorale centrale le esaminerà e ne accerterà la validità entro il 16 dello stesso mese.
Non solo Terry Gou: chi sono gli altri candidati alle presidenziali 2024 di Taiwan
In attesa della candidatura ufficiale di Gou, gli ultimi sondaggi a Taiwan vedono in netto vantaggio l’attuale vicepresidente Lai Ching-te, che correrà per il Partito democratico progressista. Stando ai dati riportati anche dal Guardian, vanta infatti il 43 per cento dei consensi, quasi il doppio del principale avversario. Si assesta infatti al 27 per cento Ko Wen-je, ex sindaco di Taipei e leader del Partito popolare di Taiwan da lui stesso fondato. Ancora più staccato, con appena il 14 per cento, Hou Yo-ih, attuale primo cittadino di Nuova Taipei ed ex capo della polizia, che correrà per i nazionalisti del Kuomintang. Il fondatore di Foxconn, che secondo Reuters non raggiunge il 12 per cento, potrà però fare breccia nel 16 per cento di indecisi individuato dai sondaggi.

Accusando il Partito democratico progressista al governo, Terry Gou ha puntato il dito soprattutto contro la gestione dei rapporti con la Cina. «Negli ultimi sette anni hanno portato Taiwan sull’orlo della guerra», ha affermato in conferenza. «A livello nazionale, la loro politica è piena di errori». Nel corso del suo discorso ha inoltre proposto a Ko e Hou di formare una coalizione, ma alcuni analisti hanno spiegato che il suo ingresso nella corsa alla presidenza potrebbe portare a un effetto contrario. In parallelo, Lai Ching-te ha promesso di continuare il lavoro dell’attuale presidente Tsai Ing-wen per rafforzare la difesa di Taiwan e la sua indipendenza. Spera di poter anche intavolare un dialogo con Pechino, a patto di osservare gli ideali di «parità e dignità».