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Furti al British Museum, rubati o distrutti quasi 2 mila oggetti antichi
Il ladro seriale del British Museum avrebbe rubato e in alcuni casi distrutto quasi 2 mila reperti antichi per anni, del tutto indisturbato. È quanto emerge dall’indagine della polizia e un’inchiesta interna dello stesso museo avviate dopo la sparizione di alcune reliquie. Già licenziato Peter John Higgs, 56enne curatore delle collezioni sulle culture mediterranee, che tuttavia si professa innocente. Lo riportano il Telegraph e il Daily Mail, che non hanno potuto quantificare con precisione il numero di oggetti trafugati, dal valore però di milioni di euro. Alcuni, tra cui un monile di epoca romana, erano persino finiti all’asta su eBay già nel 2016. Intanto professori ed esperti di arte antica accusano il British Museum di «negligenza e mancata reazione» alle segnalazioni pervenute nel corso degli anni.
Furti al British Museum, gli esperti: «Perdite incalcolabili sulla storia antica»
In attesa di individuare il responsabile dei furti, studiosi e ricercatori di storia antica fanno la conta dei danni. «È il peggior caso in cui mi sono imbattuto», ha spiegato al Telegraph Martin Henig, esperto di arte romana a Oxford. «Non comporta solo la sottrazione, ma anche la distruzione del reperto». Scendendo nel dettaglio, ha spiegato che pur trattandosi di oggetti di piccole dimensioni, tra cui accessori o utensili, ben maggiore era il loro valore intrinseco per la ricerca. «Erano molto intimi, personali», ha proseguito Henig. «Potevano dirci molto sulla cultura di quegli anni. È imperdonabile». Un portavoce del museo ha spiegato che fino alla conclusione delle indagini l’istituzione non intende commentare ulteriormente la vicenda.

A peggiorare la situazione, sono emerse alcune vecchie segnalazioni rimaste a quanto pare inascoltate. Già nel 2016, infatti, alcuni esperti segnalarono la presenza sul web di alcuni reperti apparentemente sottratti al British Museum. Tra questi anche il monile romano messo all’asta per 40 sterline (circa 50 euro), ma dal valore compreso fra 25 e 50 mila. Parlando di «mancata reazione», l’accademico danese Ittai Gradel ha ricordato di aver sollecitato il museo nel febbraio 2021, senza però ottenere risposta. «Il colpevole potrebbe anche aver sottratto reperti non registrati», ha proseguito al Daily Mail. «Per fortuna è stato così stupido da metterli in vendita online». Altri hanno inoltre accusato il British Museum di non essere capace a gestire e archiviare correttamente i circa 8 milioni di reperti nella sua collezione, favorendo così i furti.