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Cosa prevede il piano vaccinale 2023-25, il primo post-Covid
Fermo da un anno in Conferenza Stato Regioni dopo la scadenza del precedente, il nuovo piano vaccinale 2023-25 ha avuto il semaforo verde dopo che per due volte non si era riusciti a trovare un’intesa. Il piano, il primo del post-Covid, punta a superare le differenze di coperture tra le regioni e ampliare i punti per somministrare i vaccini puntando su farmacie, ospedali, hub e Rsa, così da raggiungere il maggior numero possibile di adolescenti e malati cronici.
Il ministro della Salute Schillaci: «Vogliamo superare le disomogeneità»
«Vogliamo superare le disomogeneità, promuovere una diffusa capillarità dei punti vaccinali e una maggiore proattività per raggiungere gruppi di popolazione ad alto rischio o difficilmente raggiungibili», ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci. «La pandemia ha segnato uno spartiacque nelle politiche di prevenzione. Il piano fa tesoro della lezione: abbiamo vaccinato 50 milioni di persone in sei mesi, mostrando che abbiamo strumenti da utilizzare meglio», ha detto all’Ansa Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele e presidente del Nitag, ovvero l’organo indipendente che ha il compito di supportare, dietro specifica richiesta e su problematiche specifiche, il Ministero della Salute.
La principale novità è l’ampliamento dell’offerta per le somministrazioni
Il piano 2023-25 non prevede l’introduzione di nuovi vaccini, ma l’ottimizzazione di quelli già raccomandati e offerti gratuitamente. «Nasce dalla costatazione che se abbiamo coperture buone nei bambini e quasi accettabili per l’antinfluenzale nell’anziano, negli adolescenti dobbiamo fare di più per alzare le coperture contro l’Hpv e il meningococco ACWY. Così come vanno migliorate quasi ovunque le coperture per herpes zoster e lo pneumococco in fragili e over 65», ha spiegato Signorelli. La principale novità è appunto l’ampliamento dell’offerta per le somministrazioni. Per raggiungere meglio pazienti cronici o fragili, tra l’altro, è prevista la promozione, sotto il coordinamento dei dipartimenti di prevenzione, della vaccinazione attraverso gli specialisti che li hanno in cura. Il piano appena varato è poi più flessibile e aperto all’innovazione: il calendario vaccinale è infatti aggiornabile annualmente in base ai futuri scenari epidemiologici e alle evidenze scientifiche. Per fare tutto questo, indispensabile sarà l’entrata a regime delle anagrafi vaccinali informatizzate nazionale e regionali.