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Marocco, l’ascesa del calcio femminile tra investimenti e giovani stelle
Alla prima partecipazione a un Mondiale di calcio femminile, il Marocco ha centrato gli ottavi di finale, rispedendo a casa nientemeno che la favorita Germania. L’8 agosto, infatti, le Leonesse dell’Atlante proveranno a continuare il loro sogno, seppure sfavorite, contro la Francia. Un traguardo impensabile, soprattutto fino al 2020, quando ancora non esisteva nemmeno una lega professionistica. In appena tre anni, trainato da importanti investimenti della Federazione marocchina reale (Frmf), il movimento ha assistito a un exploit enorme, sia a livello di club sia per la Nazionale. «Il re Mohammed VI ci ha chiamato dopo la sconfitta in finale di Coppa d’Africa 2022», ha raccontato alla Cnn Khadjia Illa, presidente della lega nazionale. «Saperlo vicino ci ha dato una spinta enorme». L’arrivo del ct francese Reynald Pedros e la presenza di giovani talenti hanno fatto il resto, spingendo una nazione intera verso un sogno che ricorda quello al Mondiale maschile in Qatar.
Marocco, la crescita del calcio femminile grazie agli investimenti
Come ha spiegato il Guardian, la Frmf investe nel calcio femminile sin dal 2009, ma ha accelerato dal 2017 in poi. Fondamentale il lavoro della stessa Illa che, prima di ricoprire un ruolo dirigenziale, ha militato nella squadra di Laayoune, sua città natale mille chilometri a sud di Rabat. «Abbiamo lottato per tutto, dagli stadi alle strutture di allenamento e al sostegno finanziario», ha ricordato, parlando di quando era costretta a giocare con i ragazzi per via dell’assenza di un team femminile. Dopo il ritiro, Illa ha incontrato più volte Fouzi Lekjaa, dal 2014 presidente della federazione nazionale, chiedendo un impegno più intenso e deciso delle autorità per lo sviluppo del calcio femminile. Grazie al sostegno del re, nel 2017 sono nate le squadre Under 17 e Under 20, supportate da scout in giro per il mondo alla ricerca di talenti.
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Our Women's National Team in FIFA Women's World Cup 2023 group stages results #DimaMaghrib #OneGameOneFamily #AtlasLionesses pic.twitter.com/LXpledPxd1
— Équipe du Maroc (@EnMaroc) August 4, 2023
Il vero salto in avanti è però arrivato solo nel 2020, con la creazione di ben due leghe professionistiche, primo e ancora unico caso al mondo. Dalla stagione 20-21, infatti, in Marocco ci sono la prima divisione nazionale e la seconda regionale, entrambe finanziate dal governo e dalla federazione che paga gli stipendi mensili alle calciatrici e agli staff. Fra le squadre più blasonate figura l’AS Far, in cui milita Ghizlane Chebbak, stella principale della Nazionale al Mondiale 2023. «I marocchini adorano il calcio e amano chiunque rappresenti il Paese», ha sottolineato sul sito della Fifa. Icona sportiva alla pari dei più noti calciatori Hakim Ziyech e Achraf Hakimi, ha guidato le Leonesse dell’Atlante alla finale di Coppa d’Africa 2022, giocata a Rabat davanti a un pubblico di quasi 50 mila persone.
Da Tagnaout a Benzina, le stelle della nazionale marocchina
Ghizlane Chebbak è solo la punta di diamante di una formazione che può contare su importanti talenti giovani del calcio internazionale. Su tutte, spicca Fatima Tagnaout, classe 1999 e miglior giocatrice della Coppa d’Africa. Centrocampista come Chebbak, tende a spingere spesso in fase offensiva, sfruttando una buona velocità di passo e abilità nel dribbling. La numero 11 si è messa in mostra, seppur senza segnare o assistere una compagna, nei match contro Corea del Sud e Colombia vinti entrambi per 1-0. Fondamentale anche il contributo alla squadra di Nouhaila Benzina, la prima a indossare il velo islamico in una partita ufficiale al Mondiale. Senza però dimenticare il commissario tecnico Pedros, chiamato dalla Frmf nel 2021 per un salto di qualità. Due volte campione di Francia e altrettante in Champions League con il Lione, ha trainato la squadra al successo e non vuole più fermarsi.
Intanto il Marocco sogna un altro percorso trionfale come quello della Nazionale maschile al Mondiale di Qatar 2022. Hakimi e compagni si spinsero fino alle semifinali, prima volta per una rappresentativa del mondo arabo. Dopo un girone concluso senza gol al passivo, nonostante la presenza di Belgio e Croazia, i Leoni dell’Atlante si presero lo scalpo di Spagna e Brasile, eliminate ai calci di rigore. Si arresero soltanto alla Francia e alla Croazia nella finale per il terzo e quarto posto.