Marcello, come here

La radio, ancor più della tivù, è una scelta di testa, mica di pelle. Scegli la voce, mica la misera carne. Insegui parole, immagini parole che sono immagini. Ma chi li ospiterà nelle orecchie, nella poltrona preferita dell’ospite preferito, ‘sti fanatici ‘gnoranti? «Oh, stiamo parlando di sostituire gli amichetti tuoi con Marcello, mica fuffa». Lo dice anche il palindromo: “Aò, Foa”. Alzati che si sta alzando la canzone sovranista. Fossati di mediocrità circondano manieri d’ignoranza. Per me la radio parlata è una sorella. E aridaje col palindromo: “Oi, dar ad amica baci ma da radio”. L’unico cui è dato di poter sfiorare Amarcord è Woody Allen. «Io mi chiedo se le generazioni future ci sentiranno mai nominare. È improbabile: dopo un certo tempo, tutto passa. Non importa quanto siamo grandi e importanti nelle loro vite». Fellini, Amarcord che è Fellini, Woody lo ha sfiorato con Radio Days. Ma torniamo ai nostri debosciati days: si son presi pure la radio. La televisione? Già mangiata e, ahimè, già digerita. Con esiti da vacanza nella Foresta Nera. Indovina indovinello: si circonda di cretinetti ma non è Franca Valeri.

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